Siria – I Salesiani in un paese in stato di guerra - 2

23 Ottobre 2017

(ANS – Kafroun) – Conclusa la visita a Damasco, il Salesiano Coadiutore Giampietro Pettenon, Presidente di Missioni Don Bosco, e la sua équipe, si sono recati a Kafroun, in una zona montuosa nell’Ovest della Siria. Lì l’aria è più fresca e la vegetazione più rigogliosa e Kafroun rappresenta un luogo di villeggiatura per i Siriani che abitano nell’interno. Eppure, osserva il sig. Pettenon: “ogni città siriana ha pagato o sta pagando il suo prezzo di distruzione e orrore a causa di questa guerra senza senso”.

Per arrivare saliamo in una strada che attraversa piccoli villaggi, molti dei quali abitati quasi interamente da cristiani. Vediamo sui lampioni dei cartelli con volti di giovani. Chiedo se ci sono le elezioni, immaginando che siano i candidati a sindaco del paese. La risposta mi riporta nel dramma del paese che stiamo visitando. Sono martiri civili, cioè soldati uccisi al fronte interno della guerra, che abitavano in quel villaggio.

La casa di Kafroun serve alle opere salesiane della Siria e del Libano come punto di riferimento per i campi scuola dei ragazzi e dei giovani e per le giornate formative dei Salesiani e dei membri della Famiglia Salesiana. È situata in una bella posizione elevata, il panorama che si gode è bello, l’aria è fresca e pulita. Il luogo ideale per un tempo di riposo e riflessione spirituale.

Si tratta di una presenza salesiana che nasce nel 1992, ma dura solo poco meno di vent’anni. Infatti nel 2009 i Salesiani chiudono la comunità e usano la casa solo come casa per le vacanze. Allo scoppiare della guerra però l’hanno aperta per due anni a tante famiglie di Aleppo, sfollate a causa dei combattimenti. La cosa singolare è che nei pochi anni di presenza stabile della comunità salesiana si è formato un gruppo di Salesiani Cooperatori, papà e mamme, che continuano a portare avanti lo stile educativo di Don Bosco.

Nel fine settimana sono loro che da soli aprono la casa ai ragazzi della zona e animano l’oratorio, così come la messa domenicale che viene sempre celebrata nella cappella dell’istituto. Abbiamo partecipato anche noi all’Eucarestia domenicale frequentata da circa 200 persone, in gran parte ragazzi e giovani. L’atmosfera è semplice e cordiale, tipica dei luoghi di campagna e di montagna dove si conoscono tutti. Si nota che la gente qui è più serena rispetto alla città. Qui i ribelli non sono arrivati.

La vita scorre più lenta, anche se le conseguenze della guerra si fanno sentire anche da queste parti perché le foto dei martiri civili, la presenza di famiglie di sfollati, i posti di blocco ad ogni incrocio stradale e la mancanza di un lavoro stabile toccano ogni famiglia del luogo.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito “Missioni Don Bosco”.

InfoANS

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