Se oggi don Corselli è un Figlio spirituale di Don Bosco lo deve ad un salesiano che 65 anni fa, letteralmente… pestò i piedi a sua madre, mentre si trovavano sull’autobus. Quel piccolo incidente fu l’occasione che permise alla madre del piccolo Giovanni, che allora aveva appena 10 anni, di conoscere la possibilità di iscrivere suo figlio all’istituto salesiano di Pedara.
Già determinato, nonostante la giovane età, Giovanni inizialmente si rifiutò: non voleva andare a scuola dai preti! Ma appena entrò in visita all’istituto il sorriso del primo salesiano che incontrò e la possibilità di giocare nel cortile gli fecero subito cambiare idea. E così, dopo cinque anni, quando ormai poteva anche terminare il percorso tra i salesiani, fu proprio lui a convincere i genitori: “Adesso sono io che voglio fare con gli altri giovani quello che i Salesiani hanno fatto con me”.
Sono poi seguiti gli anni della formazione salesiana e dei primi incarichi tra i ragazzi e i bisognosi, trascorsi tutti nella zona di Palermo, a eccezione di un anno a Roma per la catechesi e due anni a Trapani come Direttore e parroco. “Posso dire che sono stati gli anni in cui il Signore mi ha preparato per la missione; sono vissuto sempre in contatto con le persone povere e con i giovani”.
Nel 1980, quando la Congregazione Salesiana lanciò il Progetto Africa, la sua Ispettoria era indecisa se partecipare. Secondo alcuni, il calo delle vocazioni era motivo sufficiente per evitare di imbarcarsi in quell’avventura, ma don Corselli fu tra i più decisi nel motivare la disponibilità a partecipare: era giunto un appello e bisognava rispondere; inoltre, proprio la missione avrebbe potuto far nascere nuove vocazioni; infine, e soprattutto, aveva una certezza: “Il Signore non si lascia vincere in generosità!”.
Così, senza dar troppo peso alle parole, si lasciò sfuggire quella frase che avrebbe segnato per sempre il corso della sua esistenza: “Se proprio c’è bisogno, posso andare anch’io”. Ma certo non si aspettava di essere preso sul serio: “Nel 1980 ero stato fatto direttore dell’opera ‘Gesù Adolescente’ a Palermo… Mi son sentito cadere il tetto addosso quando l'Ispettore mi disse che ero stato scelto per partire”.
Attualmente don Corselli è Maestro dei Novizi presso Ambohidratrimo, un sobborgo nei pressi della Capitale, Antananarivo. “Con loro ho un rapporto discreto e mi sembra che mi vogliano bene come io ne voglio a loro – racconta –. Insisto moltissimo perché agiscano per convinzione e non con una adesione solo esteriore, che facciano le cose con amore e con passione. Nella convinzione che abbiamo una missione da compiere e che il Signore è con noi, ci ama, ed è lui a compiere la sua opera se noi lo lasciamo lavorare”.
Prosegue ancora: “Mi sforzo di far loro toccare con mano i bisogni della gente e le loro difficoltà per sensibilizzarli a fare della loro vita un servizio di amore. Spiego loro che se vogliono andare avanti devono essere convinti che tutto questo li farà felici anche in mezzo alle difficoltà e agli imprevisti che la vita potrà creare. Se pensano che il tutto è un peso da trascinare, è meglio che rinuncino e cerchino di essere felici in altro modo”.
“Ogni giorno ringrazio il Signore per avermi fatto cristiano e salesiano, e per avermi mandato in missione e proprio in Madagascar! È stato un dono meraviglioso da parte del Signore!” conclude infine don Corselli.
Ulteriori informazioni sono disponibili su: www.missionidonbosco.org
