Nigeria – Un Paese alla ricerca di pace e riconciliazione
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11 Luglio 2019

(ANS – Abuja) – La Nigeria è ormai da anni teatro di scontri e attentati. Secondo quanto riportato dalla Fondazione di Diritto Pontificio “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, sulla base di analisi internazionali, dal 2009 gli scontri a sfondo religioso hanno causato oltre 20.000 morti, più di due milioni di rifugiati, milioni di persone che dipendono dagli aiuti umanitari, migliaia di donne e giovani rapiti, ridotti in schiavitù o reclutati con la forza per attacchi militari e terroristici. I conflitti stanno dilaniando da troppo tempo questo Paese dell’Africa Occidentale, dove ogni comune cittadino desidererebbe solamente avere un po’ di pace.

“Il livello di insicurezza in Nigeria non ha precedenti e non dobbiamo tacere mentre certe persone seminano il caos nel resto della Nazione, nella completa impunità”. È il grave e accorato appello lanciato alcune settimane fa da mons. Augustine Akubeze, Presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria. Il presule ha chiesto alle autorità governative un intervento urgente per risolvere in particolare i numerosi casi di rapimenti e di massacri.

Poi ha lanciato un appello ai suoi confratelli vescovi e a tutti i sacerdoti e religiosi: “Vi esortiamo a continuare a dire la verità al potere, perché questo è il modo a disposizione dei sacerdoti per correggere i torti nella società”.

Anche il cardinale Anthony Olubunmi Okogie, arcivescovo Emerito di Lagos, ha sottolineato che “come cristiani contraddiremmo la nostra vocazione se non ci dovessimo opporre alla corruzione, al tribalismo, all’egocentrismo, ai rapimenti e ai molti altri mali sociali che vediamo quotidianamente nel nostro Paese”.

Durante il secondo Sinodo per l’Africa già Papa Benedetto XVI aveva parlato dell’urgenza di promuovere in Nigeria la riconciliazione, la pace, la giustizia e lo sviluppo. Un compito che la Chiesa Cattolica locale, e al suo interno i salesiani, porta avanti ogni giorno.

I Figli spirituali di Don Bosco, in particolare, lavorano per la pace soprattutto a partire dall’educazione dei giovani e dall’attenzione delle persone a rischio – quella porzione di popolazione, cioè, che altrimenti rischierebbe con maggiore facilità di essere attratta dalle lusinghe delle varie milizie.

Attraverso le loro nove case, diffuse soprattutto nella parte meridionale del Paese, ma con un avamposto anche a Kontagora-Koko, nella regione nord-orientale, in pieno territorio hausa-musulmano, diffondono i valori della fratellanza e del rispetto di tutti, accogliendo nei loro istituti bambini, bambine e ragazzi di qualsiasi credo ed etnia.

“Don Bosco ama tutti i giovani, al di là della razza, tribù, religione”, afferma don Vincenzo Marrone, SDB, per 34 anni missionario in Nigeria. 

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