Argentina – I nuovi linguaggi dell’amicizia
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24 Luglio 2019

(ANS – Cordoba) – Mentre leggete questo articolo, pensate alle situazioni piacevoli vissute con i vostri amici: una birra in compagnia, una chiacchierata piena di battute, un momento di silenzio in un parco… Ce ne sono così tante che spero non le ricordiate tutte! Oggi, forse, l’amicizia è molto diversa da prima, perché ora ci sono i legami propri dell’era delle reti sociali. Così un incontro nel parco è ora una conversazione su WhatsApp fino all’alba, una storia su Instagram fa da messaggio per il compleanno, un messaggio diretto su Twitter è per avvisarti di qualcosa… Sono i nuovi linguaggi dell’amicizia.

Possiamo cadere nell’estremo di pensare che l’amicizia esista solo nell’incontro personale, il che significherebbe disprezzare le tecnologie e le opportunità di comunicazione; o all’opposto credere che gli schermi raggiungano e sopravanzino i legami con l'altro. È necessario trovare un punto d’incontro con la rete, senza esserne travolti.

La tecnologia e le reti sociali hanno rivoluzionato il nostro modo di comunicare e stanno trasformando la cultura. Anche il modo in cui intendiamo l’amicizia sta cambiando? Le reti sono modi per collegarsi, e vedendola in questo modo, l’amicizia in sostanza non è cambiata, è cambiata solo la dinamica.

Eppure, l’incontro personale è insostituibile.

Quando parliamo di amicizia parliamo di un rapporto di affetto, complicità, rispetto e fiducia reciproca. Quando le distanze non lo permettono, le reti sociali ci avvicinano. Prima c’erano le lettere, ora abbiamo WhatsApp. Forse la quantità di contatti virtuali che abbiamo quotidianamente riduce lo spazio per il dialogo faccia a faccia. Forse mentre guardiamo alla quantità, perdiamo la qualità. Tuttavia, il problema non sono le reti, ma l’uso che ne facciamo. Dal guardare tanto gli schermi potremmo cominciare ad avere difficoltà a guardare negli occhi, qualcosa di essenziale per l’amicizia.

Nel Vangelo (Gv 15,13) è riportata la nota frase “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Dare la propria vita, dare se stessi. Dare il proprio tempo, condividere la vita quotidiana, dove troviamo qualcosa di più di un elenco di gioie, dolori, trionfi e sconfitte: troviamo l’altro, nella sua unicità e complessità. Quando ci apriamo e condividiamo con gli altri, in quei momenti coltiviamo l’amicizia.

L’amicizia è un dono prezioso di cui neanche Gesù si è voluto privare: “Voi siete miei amici” (Gv 15,14). Don Bosco affermava il valore dei legami sani tra i suoi ragazzi, considerandosi fratelli dello stesso padre. La domanda è: come possiamo essere amici al tempo delle reti?

Nelle reti partecipiamo a conversazioni pubbliche, mettiamo “Mi piace” ad alcuni post, mentre altri li giudichiamo negativamente. Le nostre opinioni sono rese pubbliche apertamente. Questo può essere fonte di conflitti e creare problemi con gli amici nella vita reale, se si verificano incomprensioni o fraintendimenti.

Dobbiamo chiederci: su cosa riposa la nostra amicizia? Siamo aperti alla differenza? Ci sono persone che si sentono accompagnate dai loro amici virtuali, anche se sono molto soli. Questo tipo di legami hanno una loro entità, ma dobbiamo stare attenti che il mondo virtuale non ci faccia vivere una vita virtuale.

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