Austria – Uno studio globale sui bambini privati della libertà

25 Novembre 2019
© Terre des Hommes (used in the UN Global Study on Children Deprived of Liberty)

(ANS – Vienna) – In tutto il mondo i salesiani sono consapevoli della difficile situazione dei bambini e dei giovani collocati nelle prigioni, spesso per piccoli reati, o detenuti in istituti dove i loro diritti vengono quotidianamente violati. Infatti, numerosi programmi salesiani portano speranza e aiuto concreto a questi bambini e ragazzi, che facilmente vengono dimenticati dal mondo esterno.

Per la prima volta nella storia, lo scorso lunedì, 18 novembre, è stato rilasciato un grande studio delle Nazioni Unite sul problema mondiale dei 7,2 milioni di minori privati della libertà. Realizzato grazie alla collaborazione di molti esperti, lo studio vede come principale autore l’esperto austriaco di Diritti Umani prof. Manfred Nowak. Il suo connazionale Reinhard Heiserer, Direttore dell’ONG “Jugend Eine Welt - Don Bosco Aktion Austria”, ha accolto lo studio come uno strumento estremamente utile per convincere le autorità responsabili che la detenzione dei bambini dovrebbe essere consentita solo in situazioni veramente eccezionali e come ultima risorsa, sostenendo che normalmente i bambini imprigionati hanno bisogno di molta più attenzione e cure.

“Don Bosco stesso si preoccupava molto dei ragazzi in carcere. Possiamo citare molte storie che documentano la sua particolare attenzione a questo gruppo vulnerabile di giovani” ha affermato.

Il messaggio centrale di questo studio globale vuole essere quello di incentivare gli Stati a rispettare meglio e a proteggere i diritti dei minori, riducendo drasticamente il numero di quanti fra essi sono privati della libertà – in qualsiasi contesto essi si trovino: istituto correttivo, prigione, centro per rifugiati… – attraverso l’adozione di tutte le altre misure alternative.

Inoltre lo studio intende indicare ai decisori pubblici la necessità di dare maggiore riconoscimento alle famiglie come unità fondamentale della società e prima responsabile dell’educazione dei minori. E, infine, lo studio intende richiedere una maggiore collaborazione tra tutte le parti coinvolte (polizia, procuratori, giudici, genitori, servizi sociali, professori, educatori…) affinché si tenga in chiara considerazione la necessità di salvaguardare lo sviluppo armonico dei minori, evitando perciò il più possibile il ricorso alla detenzione.

Durante la fase di ricerca dello studio, “Jugend Eine Welt” ha invitato diversi partner del progetto a compilare un questionario relativo ai bambini di strada in carcere. Tra questi c’è stato anche don Jorge Crisafulli, Direttore di “Don Bosco Fambul”, ONG e opera salesiana attiva a Freetown, in Sierra Leone (un Paese dove spesso i minori vengono incarcerati insieme agli adulti), con il quale l’ONG austrica aveva collaborato in passato finanziando un sistema di approvvigionamento idrico all’interno del carcere di Pademba.

Mercoledì scorso, 20 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dell’Infanzia, lo studio globale dell’ONU è stato presentato in conferenza stampa a Vienna, e nell’occasione, il prof. Nowak ha affermato: “Anche un solo bambino dietro le sbarre è troppo. Lo studio ha rilevato che i disturbi psichiatrici per i bambini in detenzione possono aumentare di dieci volte durante la detenzione, e la detenzione è correlata alla morte prematura tra i bambini una volta rilasciati”.

Lo studio ha anche reso noto che mediamente in tutto il mondo i bambini vengono reclusi ad un’età sempre inferiore, mentre si allungano i periodi di detenzione.

Il testo dello studio è disponibile qui.

InfoANS

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