Italia – Samba e Ahmed: storie di ordinaria integrazione

20 June 2018
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(ANS – Roma) – Samba Dieye è un giovane senegalese arrivato in Italia nel 2011, all’età di 16 anni e accolto presso la comunità salesiana per minori di Sassari. Dal suo stesso Paese è arrivato in Italia anche Ahmed, che di anni ne ha ora 17 ed è residente nella Comunità Minori Stranieri Non Accompagnati dell’oratorio “San Luigi” di Torino. Le loro storie testimoniano la validità dei processi di accoglienza e accompagnamento portati avanti da tante persone di buona volontà, seguendo lo spirito di Don Bosco

Grazie al sostegno degli educatori di Sassari, Samba è riuscito a riprendere gli studi, a diplomarsi e a decidere di intraprendere il percorso universitario presso la Facoltà di mediazione linguistica e culturale. Qualche giorno fa ha offerto una testimonianza in Senato a margine di un intervento dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, dott.ssa Filomena Albano, sui Diritti dell’infanzia con un focus particolare sul tema dei Minori Stranieri Non Accompagnati.

Rivolgendosi ai senatori riuniti a Palazzo Madama ha detto: “Il desiderio che ho maturato in questi anni, vivendo questa esperienza di difficile ma positiva integrazione, è stato di diventare mediatore culturale, per essere un confine tra due realtà che per conoscersi e apprezzarsi hanno bisogno semplicemente di comunicare tra loro e scambiare esperienze”.

Accompagnato da Marco, responsabile della comunità “Il Sogno” di Sassari, Samba ha concluso il suo intervento con un ringraziamento speciale: “Per mantenermi agli studi e ricambiare l’aiuto ricevuto dai Salesiani e dal Paese che mi ha accolto, quest’anno ho deciso di impegnarmi anche nel Servizio Civile Nazionale presso la stessa comunità che mi ha accolto. L’ho fatto principalmente perché sento il dovere di ricambiare in qualche modo ciò ho ricevuto perché nel mio Paese di origine si usa così”.

Ahmed, da parte sua, oltre ad essere accolto presso l’oratorio “San Luigi” di Torino è stato accolto in una proposta di “affido leggero” da parte di una famiglia torinese. Di quest’esperienza ne ha parlato la sig.ra Antonia, che per lui ha cercato di essere una mamma ed un’educatrice. “Da qualche mese insieme alla mia famiglia seguiamo Ahmed, che invitiamo il sabato e la domenica a passare del tempo da noi in famiglia. Con lui via via si è instaurato un rapporto di fiducia reciproca, abbiamo cominciato a conoscerlo e a farci conoscere, e sempre in famiglia ha passato il giorno di Natale”.

Il loro non è solo un affido leggero, ma un vero accompagnamento. “Siamo più un punto di riferimento per questi ragazzi con cui speriamo di costruire un ponte fino al raggiungimento dei 18 anni, quando poi cammineranno da soli. Ci siamo magari per un consiglio, per passare del tempo insieme, affinché non si sentano mai da soli. Per tenerli per mano sperando di avere trasmesso loro i valori più importanti, aiutandoli ad integrarsi nella nostra comunità. Perché non si diventa grandi dall’oggi al domani” ha aggiunto.

Conclude allora la sig.ra Antonia con un appello: “Abbiamo bisogno di altre famiglie che accolgano questa proposta: perché se uno è genitore, è genitore anche degli altri. Nel cuore di una mamma c’è spazio per tutti”.

InfoANS

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