Italia – Il Convegno per la Formazione Professionale 2020
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27 Febrero 2020
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(ANS – Torino) – Si è concluso venerdì 21 febbraio, presso il Colle Don Bosco, il “Convegno per la Formazione Professionale 2020”, dal titolo: “A che può servire questa stoffa? Formazione Professionale, Pastorale ed Educazionale”. Il corso ha radunato 16 delegazioni regionali CNOS-FAP d’Italia, in rappresentanza dei 58 Centri di Formazione Professionale presenti nel Paese.

“Siamo tutti nelle mani di Don Bosco e di Mamma Margherita” ha esordito don Gianni Rolandi, Direttore del “Colle Don Bosco”.

Successivamente la parola è passata a don Luigi Enrico Peretti, Direttore Generale CNOS-FAP, il quale ha voluto spiegare ciò che sta alla base di questo incontro nazionale che si è organizzato: “Vogliamo andare oltre a quello che stiamo facendo, ossia organizzare l’anima del nostro servizio educativo. Perché ogni esperienza educativa è ‘dare anima alla vita’, è dare significato alle cose, è dare orizzonte di futuro a tutte le attività che noi facciamo. Penso che sia importante comprendere come nulla di quello che noi facciamo a livello educativo può esistere se non ha un’anima che lo sostiene, che lo motiva e che gli dà orizzonte… Mi auguro che l’esperienza di questi giorni ci ‘commuova’, non nel senso sentimentale (anche quello), ma che ci ‘muova insieme’ a rendere concreta l’esperienza dell’educazione che stiamo facendo a servizio di tutti i ragazzi che ci incontrano”.

Dopo l’intervento di don Peretti, la parola è passata a don Roberto Dal Molin, Presidente del Centro Nazionale Opere Salesiane (CNOS), per la specifica delle giornate del Convegno e del loro svolgimento.

Il pomeriggio della prima giornata è poi proseguito spostandosi presso la Basilica Superiore del Colle per vivere la prima area di riflessione “SPIRITUALITA’ – Il talento del sarto”, mettendo a fuoco ciò che “motiva” a fare formazione professionale in un centro salesiano, andando alla sorgente, dove “il sarto” (Don Bosco) ha ricevuto un carisma (un talento) che ha ben impiegato e ci ha partecipato. Per questa parte, è intervenuto don Mario Fissore, Vicario parrocchiale presso la Chiesa Santi Pietro e Paolo, il quale ha introdotto il sogno dei nove anni di Don Bosco, l’incontro con Bartolomeo Garelli e Domenico Savio.

Il salesiano ha quindi chiesto ai presenti: “Come mai Bartolomeo è arrivato nella chiesa in quell’8 dicembre? Chissà perché i nostri ragazzi arrivano nei nostri CFP? C’è un circolo provvidenziale che li porta in casa nostra e noi invece di dimostrare un volto duro, cupo della società e degli adulti, accogliamo un ragazzo così com’è”.

Bartolomeo Garelli era povero, immigrato, senza cultura, senza religione: è questa la tipologia di ragazzi sui quali Don Bosco investe. Don Bosco ha voluto dare il pane spirituale e i mezzi per il pane del tempo, proprio con i primi laboratori professionali.

Quando incontra San Domenico Savio, Don Bosco riceve la richiesta di fare “un bell’abito per il Signore”, è questa la missione che Domenico Savio gli affida.

Don Fissore ha sottolineato come in quella richiesta ci sia un appello esplicito, e come invece, dai ragazzi dei CFP arrivi un appello implicito di ricerca di adulti testimoni significativi.

Questo ha indotto tutti a “Riconoscere la nostra enorme responsabilità nei confronti di questi ragazzi, soprattutto se, come il Garelli, non hanno grandi mezzi”.

Nella seconda giornata le riflessioni sono riprese con una sessione antropologica. Don Vincenzo Salerno ha presentato all’uditorio alcune provocazioni: “Educativamente una grande domanda è: qual è la vita degna di essere vissuta? La domanda sulla vita degna di essere vissuta intercetta tutti, serve iniziare un dialogo con le persone: Don Bosco ha iniziato così, con un dialogo semplice. Con Domenico Savio ha iniziato facendogli leggere una pagina, quando lui la sa già, dice: c’è stoffa. Non: c’è stoffa per farsi prete; c’è stoffa”.

“Il dialogo confidente – ha chiarito – è parlare e chiedere spiegazioni, informarsi. Non c’è una conoscenza del ragazzo in terza persona, c’è solo il dialogo. E poi il dialogo è una capacità, una competenza o una virtù?”.

Successivamente il Prof. Dario Nicoli è intervenuto sul tema: “Introdurre i giovani al mondo del lavoro”. “A cosa servono i giovani? essi apportano calore e futuro alla società, che senza di loro muore di freddo e manca di futuro, non ha lo sguardo in avanti, si limita a conservare quello che ha.” Inserire i giovani al lavoro significa quindi permettere loro di aggiungere la loro novità alla nostra società.

“Lavoro” infatti non è solo produrre beni e servizi, ma procedere nel cammino della civiltà, il portare avanti la promessa-missione che ogni civiltà ha, la manifestazione peculiare dell’amore per la vita.

Don Ettore Guerra ha poi affrontato il tema “L’ABC del profilo in uscita per la Formazione Professionale e l’educazione all’esercizio della Libertà”. Parlando a partire dalla sua esperienza personale, ha detto: “In questi anni ho potuto veramente sperimentare quanto il mondo della Formazione Professionale manifesti e realizzi il regno di Dio in mezzo a voi. Un luogo di Dio dove si realizza il dover essere di ciò che è, di ciò che è proprio del Regno”.

Arrivando poi allo specifico salesiano, ha ricordato il target specifico: “I giovani degli ambienti popolari che si avviano al lavoro e i giovani lavoratori. A noi è affidata una vocazione: renderli idonei e ad aiutarli a prendere coscienza del loro ruolo… Ci viene affidato un compito di formatori (renderli idonei) che accompagnano a corrispondere ad una Vocazione (prendere coscienza del loro ruolo). Stare nella vita con una specifica vocazione”.

La mattinata è proseguita con lo spostamento presso Chieri per la visita guidata a partire dalla chiesa di San Domenico, a cura di don Eligio Caprioglio.

Ritornati al Colle Don Bosco, il convegno è poi ripreso nel pomeriggio con una breve presentazione a cura di don Moreno Filipetto delle video-cartolina realizzati per i CFP di tutta Italia.

Successivamente don Peretti ha presentato la relazione di Mario Becciu, “Stili di vita e benessere nei giovani dei CFP: un’indagine esplorativa”. Il lavoro presentato, un’indagine esplorativa volta a monitorare gli stili di vita degli adolescenti che frequentano il primo anno dei Centri di Formazione Professionale (CNOS-FAP), ha rilevato che le aree che presentano maggiore problematicità riguardano le abitudini alimentari e l’atteggiamento nei confronti del proprio sé fisico, il comportamento sessuale, il fumo, la guida (in particolare per quanto riguarda la mancanza di utilizzo del casco e delle cinture di sicurezza). In sintesi, i bisogni educativi emergenti nel campione esaminato afferiscono a due grandi aree, per altro centrali per il superamento dei compiti di sviluppo in adolescenza: l’area dell’educazione all’affettività e alla sessualità e l’area dell’educazione alla salute. Per quanto concerne, invece, la percezione di problematicità da parte dei ragazzi, si evidenziano difficoltà connesse alla famiglia e alla scuola, il che implica la necessità di azioni formative che coinvolgano non solo i ragazzi, ma anche gli adulti significativi.

Si è poi entrati nel cuore della terza area di riflessione – l’Organizzazione come “Arte della Sartoria” – a partire dalla presentazione di don Michal Vojtas, SDB, intitolata: “L’importanza di una Comunità Educativo-Pastorale che redige un Piano Educativo-Pastorale Salesiano e lo attua con una Programmazione”.

Per approfondire tale tematica, è stata presentata la testimonianza di tre realtà: da parte del CFP di Torino-Valdocco, a cura del direttore Marco Gallo e del catechista Fabio Fantauzzi; da parte del CFP di Mestre, a cura del direttore Alberto Grillai; da parte del nuovo CFP di Napoli, a cura di don Domenico Sandivasci e del professor Pasquale Calemme, i quali hanno mostrato come è organizzato il proprio centro dal punto di vista della progettazione educativa, condividendo alcune esperienze in merito.

L’ultima parte della giornata ha visto la suddivisione tra le varie Ispettorie, le quali hanno potuto così condividere e riflettere sui punti trattati nel pomeriggio.

In serata, da Valdocco sono arrivati a portare il saluto gli Ispettori dell’Italia e gli altri salesiani che stanno partecipando al Capitolo Generale 28 per un momento di condivisione e fraternità: è stato don Enrico Stasi, Superiore della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta (ICP), a dare la “buonanotte” salesiana.

Nella terza e ultima giornata, venerdì 21 febbraio, dopo la preghiera della mattina, il Direttore del centro di Arese, Mauro Colombo, ha presentato la realtà del suo CFP, che ha 780 allievi divisi in sette settori.

Il centro di Arese ha due tipi di organizzazione: quella diffusa, con catechisti e consiglieri, che comprende uno sportello di assistenza al lavoro, una segreteria e una amministrazione con quattro persone; e poi l’organizzazione apparecchiata, con riunioni, “tavoli”: si inizia con il tavolo di governo, il consiglio della CEP, quello allargato della CEP. “A queste persone io voglio bene e da loro mi sento voluto bene, c’è affetto: siamo in tanti, ma viviamo una relazione in cui c’è affetto, c’è un rapporto personale. Questo è un privilegio enorme, una Grazia con la maiuscola”, ha detto. Poi è passato a indicare gli obiettivi: “Portare ogni ragazzo dove può arrivare, non un metro di meno, e questo vuol dire seguire ognuno dei 780 ragazzi personalmente. Non è semplice, non sempre si riesce, ma dobbiamo provarci sempre”.

La mattinata è proseguita con la presentazione delle buone pratiche messe in atto da diversi territori su diversi temi, condivise poi nei tavoli di lavoro:

  • Il Buongiorno: Alessandro Cappelletto, San Donà;
  • Il laboratorio: Sergio Bessone, Rebaudengo; 
  • I gruppi formativi e missionari: Fabio Fantauzzi, Valdocco; 
  • Il cortile (ricreazione e assistenza): Claudio Baretta, Arese; 
  • L’accompagnamento delle famiglie: Sergio Barberio, Forlì; 
  • Percorsi sull’affettività: Paola Pepino, Fossano; 
  • L’Equipe educativo-pastorale: Daniele Zanutto, San Donà; 
  • Ritiri e campi formativi – EESS: Gioacchino Passafari, SDB, Roma-Gerini; 
  • Accompagnare all’inserimento lavorativo: Angela Castelli, Milano;
  • La vita spirituale, Eucaristia – confessione : don Bartolomeo Pirra, SDB, Fossano;
  • Disciplina e Provvedimenti: Alberto Grillai, Mestre;
  • La sintesi delle materie: Eleonora Pesce, Mestre;

Il convegno si è infine concluso a metà giornata con una conclusione che ha tirato le fila delle tre giornate e l’Eucaristia comunitaria.

Per ulteriori informazioni, leggere le relazioni e vedere foto e riprese degli interventi, su www.donboscoitalia.it è disponibile una vasta pagina dedicata all’evento.

InfoANS

ANS - “Agencia iNfo Salesiana” - es un periódico plurisemanal telemático, órgano de comunicación de la Congregación Salesiana, inscrito en el Registro de la Prensa del Tribunal de Roma, Nº. 153/2007.

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