Italia – Il ricordo di don Cleto Pavanetto, SDB

18 Enero 2021
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(ANS – Roma) – Ad alcuni giorni dalla sua scomparsa, avvenuta lo scorso 6 gennaio, ancora è vivo il ricordo di don Anacleto Pavanetto, SDB, docente emerito di lingua e letteratura greca classica nella Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche (Pontificium Institutum Altioris Latinitatis) dell’Università Pontificia Salesiana. Il prof. Pavanetto, per tutti don Cleto, era originario di Piombino Dese (Padova) e il 20 dicembre aveva compiuto 89 anni.

Don Pavanetto professò i voti perpetui nella Società Salesiana di San Giovanni Bosco il 16 agosto 1948; fu ordinato sacerdote a Gerusalemme il 29 giugno 1958. Dopo gli anni dell’aspirantato ha frequentato il noviziato a Villa Moglia-Chieri (1947-1948), lo studentato filosofico a Foglizzo-Torino (1948-1951), il tirocinio in Medio Oriente (1951-1954), gli studi teologici a Tantur-Gerusalemme (1954-1958). Dal 1958 al 1965 ha svolto il ministero presbiterale e incarichi di insegnamento nelle nostre scuole del Cairo e di Alessandria in Egitto. Nel 1965 giunse al Pontificio Ateneo Salesiano conseguendo, nel 1969, la Laurea in Filologia classica. A partire dal 1972 ha iniziato a tenere corsi nella Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche della nostra Università, nel 1986 fu nominato professore straordinario ed ha poi continuato a collaborare con la Facoltà fino all’anno accademico 2008/2009.

Oltre alla ricerca e all’insegnamento ha ricoperto importanti incarichi: fu presidente dell’Opus Fundatum Latinitas (istituito da papa Paolo VI il 30 giugno 1976) e direttore della relativa rivista in lingua latina Latinitas. Ha prestato servizio, come latinista, presso la Segreteria di Stato della Santa Sede dove è stato nominato prima responsabile della sezione latina e poi officiale (1996), nella veste di capo ufficio della prima sezione - affari generali. Tale impegnativo incarico ha favorito lo sviluppo della sua riconosciuta professionalità in ambito linguistico.

È autore di varie opere scritte in lingua latina, tra le quali: De carmine quod inscribitur "Megálai Eóiai" Hesiodo adsignato; Litterarum Graecarum classicarum lineamenta potiora, in due volumi; Elementa linguae et grammaticae Latinae, giunta alla settima edizione (2009); Euripidis Bacchae: Graecus textus, Latina et Italica et Graeca translatio, criticae animadversiones; Graecarum Litterarum institutiones, in due volumi.

A conclusione della sua carriera ha pubblicato il libro “Passione e studio a servizio della cultura classica/Scripta selecta”, una trentina di scritti (in latino, in italiano e in francese), un dono del prof. Pavanetto alla Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche per i suoi cinquant’anni di storia e per il decisivo contributo di docenza e di ricerca.

“[…] questi scritti in latino, mentre li sfogli, arrecano giovamento agli animi gentili. I piacevoli frutti dell’intelletto accompagnano le menti dei forti nel tempo che scorre, perché insegnano la verità. Questi scritti scelti […] te li porge volentieri Cleto stesso, mentre se ne sta in silenzio conscio della sua perizia” è il commento del prof. Orazio Antonio Bologna che ben sintetizza il ringraziamento a don Cleto Pavanetto della Facoltà e Pontificium Institutum Altioris Latinitatis.

Di grande interesse, anche per i non cultori della materia, è Lexicon Recentis Latinitas, pubblicato nel 2003, che contiene 15 mila vocaboli moderni resi in lingua latina. Tra questi, “fotocopia” (exemplar luce expressum), “banconota” (charta nummaria), “pallacanestro” (follis canistrisque ludus), “best seller” (liber máxime divénditus), “blue-jeans” (bracae línteae caerúleae), “goal” (retis violátio), “hot pants” (brevíssimae bracae femíneae), “IVA” (fiscāle prétii additamentum), “mountain bike” (bírota montāna) e “paracadute” (umbrella descensória).

Sabato 9 gennaio, inoltre, nella parrocchia di Piombino Dese, si sono svolti i funerali di don Anacleto Pavanetto. La celebrazione è stata presieduta da mons, Mario Toso, Vescovo di Faenza-Modigliana, che nell’omelia, ha ricordato don Cleto come “un caro confratello salesiano, un grande amico”.

Dopo aver ripercorso la vita di don Pavanetto, il ministero pastorale, la docenza e il servizio di latinista presso la Segreteria di Stato della Santa Sede, mons. Toso ha sottolineato “la sua consapevolezza che il latino, con il suo linguaggio preciso che non si presta a equivoci, fosse via ineludibile per conoscere la cultura dell’antichità, del Medioevo e del Rinascimento, ma anche per ricostruire la storia della Chiesa”. Per don Cleto “la lingua latina non doveva andare perduta perché in essa si sono incarnate sia la vita di Cristo - così come è stata accolta, celebrata e testimoniata dalle comunità cristiane - sia la cultura cristiana nelle varie epoche della storia”.

Promotore della classicità, fu soprattutto, come lo ha definito il prof. Mauro Mantovani, Rettore dell’Università Salesiana: “Un salesiano autentico, appassionato, che ha interpretato con intelligenza e lungimiranza l’urgenza di investire oggi sulla cultura e sul patrimonio umanistico per costruire, di fronte alle sfide che stiamo affrontando, un futuro sempre più umano e umanizzante”.

Con la morte di don Pavanetto, se ne va così un altro degli epigoni della lingua latina in Vaticano.

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