Italia – Castel de’ Britti e il calcio “Covid-free”: un modello nazionale di sport educativo

25 février 2021
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(ANS - San Lazzaro di Savena) – Sta iniziando a girare sulle principali testate nazionali la notizia del nuovo calcio Covid-Free sperimentato presso il Centro di Formazione Professionale di Castel de’ Britti, una realtà del CNOS-FAP (Centro Nazionale Opere Salesiane - Formazione e Aggiornamento Professionale). L’idea base richiama il vecchio “Calcio balilla umano”, ma con una rilettura dinamica delle aree di gioco e delle possibili interazioni tra componenti della squadra. A ciò si aggiunga il forte ideale educativo salesiano che ha suscitato l’impresa, nonché ovviamente il particolare contesto di distanziamento e crisi sociale attuale.

Il CFP di Castel de’ Britti, località del comune San Lazzaro di Savena, è una struttura educativa che in questo periodo ha portato avanti i propri corsi a distanza, con due appuntamenti settimanali in presenza. Come spiega il Direttore, Carlo Caleffi, però, “è un centro salesiano, per cui il cortile e il gioco fanno parte della vita quotidiana”. È stata l’apatia dei ragazzi che popolano il centro a spingere il direttivo ad inventare qualcosa di nuovo secondo le normative di sicurezza.

“L’escamotage ideato dal centro di formazione professionale salesiano Cnos-Fap che in questa fase delicata ha cercato una soluzione far comunque stare insieme i ragazzi, confinati nella didattica a distanza” ha scritto il Corriere di Bologna.

“Il calcio è il gioco più praticato dai ragazzi. Noi abbiamo tanti ragazzi di religioni e culture diverse, che sono abituati a conoscersi per strada, e farebbero fatica altrimenti. Il calcio è quel linguaggio universale che non volevamo perdere” ha osservato il direttore ai microfoni di Radio Città Fujiko.

Dalle voci stesse dei ragazzi questo nuovo sport viene descritto come un calcio in cui “non c’è contatto fisico, ma umano”. “Nel football anti-Covid-19 contano i passaggi non hai fretta di tirare. Corri e ti diverti un sacco”. Si percepisce, cioè, la dimensione propedeutica, l’integrazione, la valorizzazione dell’altro. E siccome il bene tende a diffondersi, ecco che questa attività è già arrivata “in altri centri salesiani e alcune scuole a Roma, Brescia e in Andalusia”.

Per saperne di più, non resta che ascoltare la presentazione fatta dallo stesso Caleffi.

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