Come affermato da António Costa, Presidente del Consiglio dell’Unione Europea: “L’equità sociale e la competitività sono due facce della stessa medaglia”. La crescita economica e la giustizia sociale sono interconnesse “al di là della percezione immediata”, come sottolineato dalla Vicepresidente della Commissione Europea, Roxana Minzatu, che ha affermato: “Un’agenda sociale forte non dovrebbe essere messa in discussione in nessun momento se vogliamo un’Europa resiliente e coesa”.
Durante il Forum, relatori di alto livello hanno scambiato diversi punti di vista su un quadro europeo comune per dei lavori di qualità. Uno degli annunci più significativi è stata la proposta di introdurre un quarto obiettivo per il 2030 nell’ambito del Piano d’azione sul Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, incentrato specificamente sul lavoro di qualità e sul lavoro dignitoso. Ciò andrebbe a integrare gli obiettivi esistenti in materia di occupazione, formazione e riduzione della povertà e riflette il crescente riconoscimento della necessità di garantire salari equi, protezione sociale e condizioni di lavoro sicure e dignitose per tutti.
I dibattiti hanno anche evidenziato l’importanza dell’apprendimento permanente e dell’accesso alla formazione, soprattutto nel contesto dell’Intelligenza Artificiale (IA), della transizione digitale e della transizione verde. Il Don Bosco International, da parte sua, sostiene con forza gli sforzi volti a fornire ai giovani le competenze necessarie per poter prosperare in un mercato del lavoro in evoluzione.
Un altro tema importante è stato l’equilibrio tra vita professionale e vita privata e il diritto alla disconnessione, che sono sempre più rilevanti nel mondo digitale di oggi. Garantire che i lavoratori abbiano il tempo di riposarsi, prendersi cura delle loro famiglie e partecipare alla vita della comunità è essenziale per la salute mentale degli individui e la coesione sociale. Il Forum ha affrontato anche il tema per gli alloggi e della prossima strategia dell’UE contro la povertà, entrambi fondamentali per garantire che nessuno sia lasciato indietro.
Sebbene la mobilità dei lavoratori e il riconoscimento delle competenze all’interno dell’Unione Europea siano importanti, essi devono basarsi sulla libera scelta e non sulla necessità. A questo proposito, la commissaria europea Dubravka Šuica ha affrontato il tema del diritto a restare, perché molti giovani in tutta Europa sono costretti a lasciare il proprio paese d’origine alla ricerca di salari equi e condizioni di lavoro dignitose.
“Andando avanti, il DBI continuerà a collaborare con le istituzioni europee e le varie istituzioni partner della società civile per promuovere i valori del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali. Ci batteremo affinché ogni giovane abbia pari e giuste opportunità di crescita, educazione ed occupazione, ovunque scelga di vivere e lavorare” ha concluso la Segretaria del DBI, Sara Sechi.
