Ad offrirne una testimonianza, grazie all’intervista realizzata da Gabriel Orellana, con “Radio Voz del Upano”, promossa dalla Commissione Storico Spirituale Liturgica elaborata dalle FMA per la circostanza, è suor Elena Tinitana, FMA dell’Ispettoria “Sacro Cuore” dell’Ecuador, (ECU), membro del Tribunale canonico che ha seguito il processo di Canonizzazione.
La religiosa enumera diversi segni a testimonianza della fama di santità di suor Troncatti, evidente non solo nella sua più nota fase missionaria della sua vita, ma già visibili nella sua prima parte della vita trascorsa in Italia.
“A 10 anni – racconta suor Tinitana– Maria Troncatti si perse e venne ritrovata solo dopo diverse ore da alcuni familiari, rannicchiata in riparo di fortuna. Le chiesero dunque: ‘Non hai avuto paura?’, ed ella rispose con serenità: ‘No, perché ancora conservo nel mio cuore la Grazia della comunione di Domenica’. Questo significa che per lei la presenza di Gesù era viva nella sua vita” osserva l’FMA ecuadoriana.
Ancora, un po’ più tardi, nella formazione iniziale in Italia, suor Troncatti spiccava tra le consorelle perché dava sempre il buon esempio, in una maniera silenziosa, ma efficace.
Quando giunse in Ecuador, le altre FMA la vedevano sempre “per prima nella cappella, pregando, facendo la Via Crucis, o con la testa raccolta in assorta orazione”.
E la sua fama di santità divenne manifesta soprattutto nella sua vicinanza alla gente: lei era “tutto per tutti”, considerando tutti come “i suoi figlioli”. “Ancora oggi nella cappella dei suoi resti a Súcua c’è sempre un via vai di persone che prega, porta intenzioni, che lascia qualche elemosina…” testimonia suor Tinitana.
Che poi prosegue: “E quando suor Troncatti morì, il 25 agosto 1969, la gente esclamò immediatamente: ‘È morta la nostra nonnina, è morta una santa!’. Questa certezza popolare è, a mio parere, solo una piccola pennellata della grande fama di santità di Suor Maria Troncatti”.
L’impegno specifico di suor Tinitana, nell’ambito del processo, è stato quello di coordinare la Commissione della causa di Canonizzazione e di dedicarsi con altre persone a esaminare il miracolo che serviva per questo processo: la guarigione miracolosa dell’indigeno Shuar Juwá Bosco, avvenuta per intercessione di suor Troncatti.
Suor Tinitana riporta pertanto nel video, interamente in spagnolo, il ruolo fondamentale della preghiera e dell’affidamento costante alla Beata da parte della famiglia e di chi era coinvolto nel processo, elemento centrale che ha condotto a piena guarigione il malato, che inizialmente presentava afasia e non riusciva a camminare a causa della paralisi del lato sinistro del corpo, e che ha condotto a buon fine anche la raccolta dei dati necessari all’indagine canonica.
Significativo è il messaggio finale che l’intervistata, in base alle testimonianze ricevute su Suor Troncatti, lascia ai giovani di oggi:
“Suor Maria Troncatti fin da bambina scoprì il suo ideale missionario leggendo un Bollettino Salesiano. Oggi voi giovani siete immersi nei social network, dove trovate meravigliose testimonianze missionarie. Vi incoraggio dunque ad accedervi per leggere queste storie e a interessarvi a ideali simili, perché ne vale davvero la pena. Vi direi inoltre che Dio ha un progetto di vita unico e irrepetibile per ciascuno di noi, ed è nostro compito scoprirlo e realizzarlo, proprio come suor Troncatti lo fece nella sua vita”.
Il video con l’intervista a suor Tinitana è disponibile qui
Per ulteriori informazioni, visitare il sito appositamente realizzato per la canonizzazione di suor Maria Troncatti: www.suormariatroncatti.org
