Presentati, Mwila!
Mi chiamo Mwila Mumba e provengo dalla Visitatoria “Maria Ausiliatrice” di Zambia-Malawi-Zimbabwe (ZMB). Ho appena completato il Postnoviziato, concentrandomi sui miei studi filosofici. Attualmente mi trovo in una fase di transizione, preparandomi a intraprendere il mio viaggio come missionario.
Che cosa ti ha ispirato nella decisione di diventare missionario?
La mia ispirazione a diventare missionario è nata dalle esperienze personali e dal desiderio di fare la differenza in modo significativo. Sono stato ispirato dalle storie dei missionari che hanno dedicato la propria vita ad aiutare i bisognosi, specialmente nelle comunità svantaggiate. Vedere l’effetto positivo della fede attraverso i missionari, durante le mie prime fasi di formazione, ha suscitato in me una profonda passione nel voler contribuire in modo più significativo.
Sei felice della destinazione che ti è stata assegnata? Hai timori o preoccupazioni riguardo al nuovo luogo, alla cultura o alle persone?
Sono sinceramente entusiasta della destinazione che mi aspetta, ovvero il Bangladesh, nell’Ispettoria di India-Calcutta (INC). L’opportunità di immergermi in una nuova cultura e di interagire con una comunità diversificata è incredibilmente allettante. Tuttavia, come chiunque si trovi ad affrontare un cambiamento significativo, nutro alcuni timori e inibizioni. Sono preoccupato per le differenze culturali e le difficoltà di adattamento a un nuovo ambiente. Sono consapevole che comprendere e rispettare le usanze locali sarà fondamentale per costruire relazioni autentiche con le persone che servirò.
Come hanno reagito familiari, amici e confratelli quando hai parlato loro della tua vocazione missionaria?
Quando ho condiviso la mia vocazione missionaria con la mia famiglia e i miei amici, hanno avuto reazioni contrastanti. La maggior parte mi ha sostenuto e si è detta orgogliosa, riconoscendo l’importanza di questa chiamata. Tuttavia, alcuni hanno espresso preoccupazione per le sfide che avrei potuto incontrare, tra cui la sicurezza e l’adattamento culturale. I miei confratelli sono stati particolarmente incoraggianti, offrendomi consigli e condividendo le loro esperienze.
Quali sono i tuoi progetti e sogni per la tua vita missionaria?
I miei progetti per la vita missionaria riguardano soprattutto la costruzione di relazioni solide all’interno della comunità e con il popolo del Bangladesh, ma anche l’impegno in programmi educativi e la promozione di iniziative di sviluppo sostenibile. Il mio sogno è quello di lasciare un segno duraturo e ispirare altri a unirsi al servizio di Cristo.
Hai in mente qualche modello di grande missionario di cui vorresti seguire lo stile e la vita?
Ammiro i grandi missionari come San Paolo Apostolo. Tra i miei modelli ci sono anche due salesiani – don Leszek Aksmit e don George Chalissery – i quali hanno dato prova di dedizione, compassione e resilienza nel loro lavoro. La loro capacità di entrare in contatto con culture diverse e di dare un contributo significativo mi ispira a seguire le loro orme.
Come vivi l’esperienza del corso missionario (Corso Germoglio) e la partecipazione a questa 156ª Spedizione Missionaria?
Far parte di questa 156ª Spedizione Missionaria e seguire il Corso Missionario è davvero un’esperienza arricchente. Mi spinge a crescere nella fede e nella comprensione, e provo un profondo senso di determinazione mentre mi preparo per questo viaggio. La formazione mi ha fornito preziosi spunti sulla comunicazione interculturale, la costruzione di comunità e la crescita spirituale.
Qual è il tuo messaggio ai giovani riguardo alla scelta missionaria e alla vocazione?
Ai giovani che stanno valutando la vocazione missionaria dico: abbracciate la chiamata con cuore e mente aperti. Il percorso può essere impegnativo, ma è anche immensamente gratificante. Servire gli altri può trasformare non solo la loro vita, ma anche la vostra. Cercate una guida, impegnatevi nel servizio alla comunità e riflettete sulle vostre motivazioni. Ricordate, ogni piccolo atto di gentilezza conta e contribuisce a uno scopo più grande. Se sentite la chiamata a servire, fate quel salto di fede e non ve ne pentirete mai!
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