Angola – Omar Mohamed, un fornaio musulmano, si è impegnato a dare il pane ai “bambini di strada” di Don Bosco

10 Aprile 2020

(ANS – Luanda) – La pandemia di coronavirus sta mettendo alla prova i sistemi sanitari mondiali, la resistenza della popolazione e anche la solidarietà. Questi sono tempi in cui i più svantaggiati non hanno la possibilità di avere un reddito, non hanno cibo e non hanno una casa in cui vivere. Tuttavia, molte persone mantengono viva la speranza attraverso la solidarietà.

Come tutti i Paesi, anche l’Angola ha chiuso le sue frontiere. La popolazione condivide la stessa sofferenza per lo stato di emergenza, il confinamento e le restrizioni alle uscite, misure adottate dalla gran parte dei paesi per fermare la diffusione del coronavirus. Il dilemma è rimanere a casa o mangiare. “È meglio morire di questa malattia o essere fucilati che morire di fame. Mai accetterei di morire di fame” ha testimoniato un genitore all’Agenzia Infobae.

Un esempio di unità in mezzo al distanziamento forzato si può vedere ogni giorno in Angola. Nella capitale, Luanda, considerata una delle città più care al mondo, pur se immersa nella povertà più estrema, i salesiani lavorano da decenni per cercare, raccogliere e accogliere i bambini che vivono per strada. Loro sono i “meninos de rua” e i salesiani molto spesso sono per loro l’unica speranza di riscatto.

Diverse case d’accoglienza salesiane ospitano attualmente quasi 300 minori: Casa Magone, Mamma Margherita, Anuarite, Kalakala... Sono centri che molti giovani che li hanno attraversati riconoscono come casa e famiglia. Lì hanno trovato un posto dove dormire, acqua per lavarsi, vestiti puliti, cibo e la possibilità di andare a scuola.

Di fronte alla pandemia di Covid-19 che sta colpendo tutto il mondo, i missionari salesiani in Angola si sono preparati a proteggere i bambini di questi centri. “Il governo ci ha chiesto di accogliere un altro centinaio di ragazzi di strada in un nuovo centro, mentre le ragazze le abbiamo portate dalle Figlie di Maria Ausiliatrice”, spiega il missionario salesiano Máximo Herrera.

La solidarietà per questi minori, molti dei quali si recano nei centri salesiani solo per dormire, è arrivata anche per mano di Omar Mohamed, un panettiere musulmano. Venendo dalla Mauritania, all’inizio della quarantena si è impegnato a dare il pane ai Figli di don Bosco e sta adempiendo la sua promessa: “Pagherà Dio per quest’opera”, ha detto ai salesiani. E non solo, ma un grande cartello sulla porta della sua umile bottega invita la solidarietà di tutti, dando per primo il buon esempio: “Mentre tutti vendono il pane a 20 kwanzas, lui lo vende a 15”, assicurano i salesiani.

Fonte: Misiones Salesianas

InfoANS

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