Una parola può cambiare una vita
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20 Aprile 2020
Foto: MGS Cile

Molti sostengono che il mondo è fatto di numeri, ma non è fatto anche di parole? Il linguaggio è lo strumento di comunicazione più efficace per gli esseri umani. Una delle emozioni più profonde dei nostri genitori è stata quella di sentirci dire la prima parola quando imparavamo a parlare. Ci sono parole che causano più danni nella nostra vita di una pugnalata e altre che sono balsami che guariscono le ferite più profonde. La nostra società e l’intera realtà che siamo sono state costruite sulle parole.

Un patto di amicizia

Voglio raccontarvi una storia personale: provengo da una famiglia umile; i miei genitori, con grande sforzo, sono riusciti a costruirsi una vita dignitosa e a sostenere la nostra famiglia. Nei nostri quartieri di gente umile, in America, la solidarietà tra i vicini abbonda: ci si aiuta quando i bambini hanno bisogno di essere accuditi, si condivide il cibo quando una famiglia ne ha bisogno, e si formano legami che durano tutta la vita.

Questa era l’amicizia tra mia madre e la signora Carmen, la nostra vicina della casa di fronte. 

Ricordo che quando avevo 5 anni vidi arrivare in quella casa un camion pieno di mobili, piante, due cani e i 5 figli. Da quel momento in poi, una storia di 50 anni è stata intessuta tra le nostre famiglie e dura fino ad oggi. Entrambe le donne hanno costruito una grande amicizia. Un rapporto basato su gesti concreti e sacrifici. Tutto andò molto bene fino a qualche anno fa, quando la signora Carmen comunicò a mia madre che stava cambiando religione e aveva trovato nei pentecostali “la vera Chiesa di Cristo”. Da quel momento, s’innalzò un muro tra loro. La mia mamma, profondamente cattolica, e l’evangelica pentecostale smisero di parlarsi e questo per più di una dozzina d’anni, rompendo il vecchio patto di amicizia.

Nel 2006, la signora Carmen è morta e la sua figlia maggiore mi ha cercato per ringraziare mia madre per la sua amicizia. Per me è stata una sorpresa, perché non sapevo che fossero tornate a parlarsi.

Mi ha raccontato che negli ultimi anni di vita, sua madre era stata colpita dal diabete, che l’aveva lasciata quasi cieca. Mia madre aveva scoperto che la signora Carmen quasi non ci vedeva più ed era sempre sola in casa, perché i membri della sua chiesa non le facevano visita. Da quel momento, mise da parte il suo orgoglio e ogni mattina attraversava la strada per andare a trovare la sua vecchia amica e il rito era sempre lo stesso: mia madre leggeva lentamente un brano della Bibbia che era sul comodino, pregava e tornava a casa. Così per due anni, tutti i giorni, ininterrottamente.

Sarebbe bello finire dicendo che la signora Carmen è tornata alla Chiesa cattolica, ma non è così. La fine della storia ha a che fare con il valore della “parola data”, con il giuramento di amicizia che supera ogni divisione e diversità.

Una parola con effetto esplosivo

Come il “sì” che ha cambiato la vita di una giovane ragazza della Galilea e che riguarda milioni di credenti cristiani e non cristiani: “La storia di Maria – dice il governatore dell’Arabia Saudita, Turki Bin Talal – racconta la storia di ogni vero vincitore [. . .]. La morale della sua storia è chiara; è attraverso il ‘sì’ detto a Dio che si può ottenere il successo contro tutte le lotte e le pandemie. Solo vivendo in armonia con l’universo e il suo Creatore vedremo la forza immensa che sta nell’unirsi come un essere solo”.

Il Cosmo inizia con la Parola creatrice pronunciata da Dio e perdurante nel tempo. Noi, dalla prima parola pronunciata iniziamo un processo di costruzione di una vita: i desideri, i sentimenti, il nostro “io”, la nostra identità.

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