Filippine – Lo spirito di Don Bosco è vivo nel cuore dei ragazzi di “Casa Magone”

23 Aprile 2020

(ANS – Cebu City) – Nel 1854 a Torino scoppia l’epidemia di colera: molte vite perse, chiusura delle attività, tanta paura fra la gente. Ma Don Bosco sembra non mostrare alcun timore. Si fida di Dio e dell’intercessione di Maria, per cui cerca ogni modo per mettersi in aiuto dei bisognosi, coinvolgendo nel suo progetto i suoi ragazzi. Questo stesso spirito si può toccare con mano in tante parti del mondo salesiano; come presso il Programma di Assistenza Domiciliare “Magone” (MHAP).

I ragazzi di “Casa Magone”, come viene chiamato il centro, non possono uscire ad aiutare gli altri, perché sono giovani con precedenti penali, che i salesiani accompagnano nel loro percorso di recupero. Ma il loro servizio è comunque prezioso: stanno realizzando protezioni per il viso per medici, infermieri, poliziotti… Tutti coloro che sono in prima linea nella lotta al contagio.

Abby Banuag, Supervisore dei Servizi Psicologici e Coordinatrice dell’équipe educativa di MHAP, commenta: “Ci dà tanta speranza vedere che i giovani di Casa Magone, che in passato hanno infranto la legge, ora si impegnano a dare il loro contributo alla società, offrendo sostegno a quelli che si battono per la nostra sicurezza contro COVID-19”.

I ragazzi condividono la gioia che sperimentano nel sapere di essere utili al prossimo. Sono felici di sapere che stanno aiutando medici, infermieri e soprattutto i poliziotti. Perché ricordano quando la polizia cercava di catturarli a causa delle loro malefatte, e ora invece sono loro che si sono spontaneamente messi ad aiutarli. Un ragazzo ha testimoniato di aver ripensato a quando viveva solo per se stesso e faceva atti criminali: ora ha imparato ad aiutare gli altri e vede questo gesto come l’inizio del suo cambiamento di vita.

I ragazzi si divertono a fare quello che fanno. Anche se hanno interrotto le loro normali attività e sono concentrati solo sulla realizzazione delle visiere, capiscono perfettamente che impareranno di più da questa esperienza. Quando hanno sentito che molti medici si sono ammalati e sono morti, sono diventati più determinati ad aiutare. Sanno che quello che stanno facendo andrà a proteggere vite umane.

La signora Balet Artes, assistente sociale, lo conferma: “Quando parlano con i loro genitori sono felicissimi di fargli sapere il modo in cui stanno aiutando chi è in prima linea. Questo ha un grande impatto su di loro, essendo giovani con dei precedenti penali, perché li rende consapevoli e mostra alla comunità che possono fare qualcosa di buono”.

Il sig. Louie Domasian, SDB, Direttore di Casa Magone, da parte sua, aggiunge: “In mezzo alle preoccupazioni e alle paure che hanno per questa pandemia e per le conseguenze che potrebbe avere per loro e le loro famiglie, sono felici e orgogliosi di avere la possibilità di fare qualcosa di utile e buono, pur restando nel centro”.

Questo spirito di unità e servizio ha raggiunto l’apice lo scorso Venerdì Santo, quando durante la Via Crucis, all’interno del complesso salesiano di “Liloan”, e insieme ad altri salesiani, hanno offerto le loro preghiere e le loro preoccupazioni per i loro familiari, chi soffre per la quarantena e per gli operatori sanitari e la polizia.

Lo spirito di Don Bosco è ancora presente nel cuore dei suoi ragazzi.

Fonte: AustraLasia

InfoANS

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