Uruguay – “Abbiamo costruito un legame basato sulla fiducia e sulla vicinanza”: un CAIF in terra salesiana ai tempi di Covid-19

24 Aprile 2020

(ANS - Montevideo) - Nessuno sfugge all’impatto del coronavirus, ma i più vulnerabili sentono maggiormente le conseguenze di questo male che affligge l’intera umanità. Cinque mesi fa, quando si stavano ancora facendo programmi che sarebbero poi stati obbligatoriamente abbandonati, è nato il CAIF (Centro di Attenzione per l’Infanzia e la Famiglia) “Mamma Margherita” nei locali dell’Istituto “Domenico Savio”, nel quartiere di Ituzaingó di Montevideo. E anche se per le normative ora non può accogliere i bambini e le loro famiglie durante la quarantena, l’équipe di educatori non smette di accompagnarli ed è attenta alle loro molteplici esigenze. Questo è quanto ci dice la coordinatrice, Camila Gil.

Di quali bambini si occupa il CAIF e cosa fornisce?

Il centro, per contratto, serve 108 bambini e le loro famiglie. Sono famiglie del quartiere di Ituzaingó, dove ci occupiamo quotidianamente dei bambini di 1 e 2 anni e delle loro famiglie. A tutti loro viene offerto cibo, che consiste in colazione, pranzo e merenda pomeridiana, e spuntini per i bambini che soggiornano 8 ore. La proposta del CAIF è di fornire uno spazio dove accompagnare e stimolare lo sviluppo dei bambini. Il lavoro svolto con le famiglie è multidisciplinare.

Cosa avete di diverso rispetto ad altri CAIF?

Ci sono alcune particolarità che già si cominciano a vedere e che, conoscendo la realtà degli altri centri, posso dire che lo rendono diverso. Uno di questi è la presenza e il livello di coinvolgimento dell’équipe di gestione dell’opera “Domenico Savio”. Insieme abbiamo costruito un legame basato sulla fiducia e sulla vicinanza, che migliora la gestione e l’attenzione ai bambini e alle loro famiglie. Un’altra particolarità del nostro CAIF è il ruolo di coordinamento dei progetti, un ruolo che lo schema CAIF non contempla. L’intenzione è quella di gestire e guidare tutto questo secondo il carisma salesiano. C’è già chi si prende cura dell’équipe e che pensa al progetto a lungo termine insieme alla direzione dell’Istituto “Domenico Savio”.

Come accompagnate la gente del quartiere in questi tempi e in questa situazione?

Da lunedì 16 marzo, seguendo le disposizioni, abbiamo smesso di occuparci dei bambini del centro e abbiamo iniziato ad accompagnare le famiglie per telefono. Da queste chiamate abbiamo appreso che alcuni genitori hanno perso il lavoro o hanno iniziato ad avere problemi di salute. Nei casi in cui abbiamo individuato il bisogno maggiore, li abbiamo supportati con degli alimenti, prima fornendo loro il cibo cucinato nel giorno, e poi consegnando cestini di cibo secco, frutta e verdura. Attraverso WhatsApp inviamo anche informazioni sulle prestazioni sociali, sulle misure di prevenzione e sui numeri di emergenza in caso di problemi di salute o di violenza.

InfoANS

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