Ecuador – Mezzo secolo di presenza tra gli Achuar
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11 Gennaio 2021

(ANS – Quito) - La presenza salesiana nell’Amazzonia ecuadoriana, con l'etnia Achuar, è iniziata quasi 50 anni fa con il grande missionario italiano Luigi Bolla, che prese il nome indigeno di Yánkuam’ Jintia: Stella luminosa del cammino. Fu il primo a vivere tra gli Achuar, condividendo la sua vita e il Vangelo tra loro. A mezzo secolo dal primo contatto con il popolo Achuar, l'opera missionaria salesiana continua a concentrarsi sull'evangelizzazione, l'educazione e la promozione umana, sociale e culturale.

L'opera missionaria a favore del popolo Achuar è stata accettata fin dall'inizio e presto ha dato i suoi frutti. Non solo è riuscita a porre fine alle guerre tra tribù e famiglie, ma ha anche fornito un'opportunità per aiutare le nuove generazioni attraverso l'educazione.

Furono gli stessi Achuar a chiedere ai missionari salesiani, nel 1988, di fondare una missione a Wasakentsa. A guidare il progetto furono don Bottasso e il compianto don Broseghini. Una scuola e un collegio per l'istruzione e la formazione dei giovani Achuar sono stati i pilastri iniziali di questa missione.

La Missione di Wasakentsa, tuttavia, non si limitata a insegnare e a formare ben 110 studenti nella scuola. Ha anche 80 stagisti e 50 universitari Achuar che vengono da lontano. Inoltre, come missione e come Chiesa missionaria in uscita, supporta altre 49 comunità Achuar che esistono in questo vasto territorio. Si tratta di una popolazione di circa 5.000 abitanti, con molti bambini e giovani (40% della popolazione) che sognano di studiare e di avere una vita più dignitosa.

Ancora oggi, queste comunità sono visitabili solo a piedi, perché non c'è strada. Si attraversano fiumi, paludi, colline, alberi caduti, fango; si cammina sotto la pioggia e il caldo, tra animali selvatici. Tutto questo per poter incontrare le persone lì, nelle loro comunità, per condividere la Parola di Dio e celebrare l’Eucaristia.

L'obiettivo è quello di fornire alla popolazione uno spazio di formazione ai valori umani, culturali e cristiani. Per questo, l’opera missionaria non si svolge solo in chiesa, ma anche in qualsiasi altro luogo, anche mentre si lavora duramente o mentre si svolge un’attività sportiva insieme ai bambini, ai giovani e ai genitori.

Durante la pandemia e il confinamento tutto è stato più difficile. Ci sono state infezioni e morti anche tra la comunità Achuar, ma i missionari salesiani non hanno mai smesso di essere tra loro e con loro per aiutarli.

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