Sudan del Sud – L’esodo dei disperati verso la missione salesiana

13 Luglio 2016
Foto di repertorio

(ANS – Giuba) – Mentre resta sempre tesa la situazione nel paese, all’indomani del cessate il fuoco tra le due fazioni in lotta, emergono nuovi dettagli sui 3 giorni di violenze che hanno macchiato le celebrazioni per il 5° anniversario dell’indipendenza e sulle conseguenze che hanno avuto tra la popolazione spaurita. Raccontano i Salesiani:

Negli ultimi giorni ci sono state pesanti sparatorie e un costante flusso di rifugiati verso la chiesa della nostra missione. Da lunedì pomeriggio abbiamo avuto più di 3000 persone alloggiate nella nostra chiesa e nella scuola primaria. Abbiamo fatto del nostro meglio per fornire riparo, cure mediche e cibo, pure considerato che dall’inizio della crisi le strade sono chiuse e l’approvvigionamento di cibo e altri generi di prima necessità è interrotto.

Un aspetto molto positivo durante la crisi è stato il coinvolgimento della comunità: tutti i membri (Salesiani, studenti, aspiranti, volontari e membri dello staff) sono all’altezza della situazione e hanno messo cuore e anima nello sforzo di gestire questa disastro.

Un altro duro colpo ai nostri sforzi di alleviare la situazione è arrivato nella serata di lunedì, con alcune pesanti esplosioni proprio dietro la missione. L’intero villaggio di Gumbo e la popolazione dei villaggi circostanti si è precipitata presso la nostra missione. È stato un esodo: gente che semplicemente ha riunito la famiglia e raccolto tutto ciò che poteva prima di scappare di corsa fuori dalle loro case. In poco tempo la missione si è riempita di oltre 15.000 persone.

Erano palpabili la paura di essere colpiti dai proiettili volanti e l’istinto di sopravvivenza. I Salesiani, dopo aver portato gli studenti e i volontari in un’area più sicura, hanno continuato ad accogliere la marea di persone in arrivo; alla fine sono state aperte anche la scuola secondaria e la scuola elementare delle suore salesiane.

Attorno alle 11 di sera, gli spari sono cessati: come una beffa, dato che la tregua era stata accettata da entrambe le parti in lotta attorno alle 6 del pomeriggio.

Nella mattinata di ieri alcune migliaia di persone sono riuscite dalla missione, ma all’interno ne restavano comunque tra le 5.000 e 8.000. Molti, inoltre, sono tornati per dormire al sicuro la notte.

Grazie per la vicinanza in questo momento, continuate a sostenerci con la preghiera fino a quando nel paese non siano ripristinati la legge e l’ordine, la pace e la stabilità.

InfoANS

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