Argentina – Centenario della morte di mons. Giacomo Costamagna, SDB
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15 Settembre 2021

(ANS – Buenos Aires) – Tra i pionieri missionari che hanno fatto grande la Congregazione Salesiana un ruolo di primo piano lo ha certamente Giacomo Costamagna, primo missionario salesiano a giungere tra gli indigeni dell’Ecuador, che venne nominato Vicario Apostolico di Méndez y Gualaquiza, e che fu soprattutto un grande animatore e promotore di tutta la missione salesiana in America. A motivo del centenario della morte, avvenuta il 9 settembre 1921 a Bernal, in Argentina, ne ricordiamo la vita e le opere.

Nato a Caramagna, a 30 km da Torino, il 23 marzo 1846, conobbe Don Bosco a 12 anni, quando venne inviato a studiare a Torino. Entrò all’Oratorio, frequentava gli studi e perfezionò le sue doti musicali con un altro personaggio chiave delle missioni salesiane, Giovanni Cagliero. Sentita la vocazione sacerdotale e salesiana, venne inviato a studiare a Lanzo, dove condivise la vita con altri chierici che sarebbero poi diventati amici e compagni, anche a distanza, nelle terre di missione: Luigi Lasagna, apostolo in Uruguay e Brasile; e Giuseppe Fagnano, missionario nella Terra del Fuoco e nella costa magellanica.

Ordinato sacerdote il 18 settembre 1868, emise i voti perpetui il 23 settembre 1870.

Dopo essere stato Direttore spirituale delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) a Mornese, venne incaricato di guidare la terza Spedizione Missionaria Salesiana, che nel 1877 portò a Buenos Aires 17 salesiani e sei FMA, tra cui suor Angela Vallese, anche lei grande missionaria nella Terra del Fuoco.

Dopo molte peripezie, e con l’incoraggiamento e l’insistenza di Don Bosco, il 17 aprile 1879 partì per la Patagonia, accompagnando la spedizione del generale Julio Argentino Roca nel deserto, e amministrando numerosi battesimi. E alla morte del primo Ispettore dell’Argentina, don Francesco Bodrato, venne nominato nuovo Superiore dell’America. Furono anni di grande attività, in cui accompagnò il lavoro dei suoi salesiani; nel 1881 visitò le case in Uruguay, dove poté essere testimone della spiritualità e dello zelo delle comunità nascenti.

Nel 1890, morto Don Bosco, Don Rua lo chiamò in Italia per guidare una nuova spedizione missionaria, e lo delegò a visitare le case salesiane sulla costa del Pacifico, in Cile ed Ecuador, mentre continuava anche il servizio come Ispettore a Buenos Aires.

Ricevuta la nomina episcopale, venne consacrato vescovo a Torino il 23 maggio del 1895, ma riuscì a visitare i missionari del suo vicariato apostolico di Méndez y Gualaquiza, per soli tre mesi e accompagnato dall’esercito, solo nel giugno del 1902.

Partecipò a Torino, nel 1904, al X Capitolo Generale della Congregazione, e quindi tornò in Sudamerica, dove continuava a mantenere, oltre al ruolo di Vicario Apostolico, anche quello di Visitatore alle opere salesiane dei Paesi del Pacifico.

L’11 giugno 1914 fece il suo definitivo ingresso a Mendez y Gualaquiza, e si dedicò allo studio della lingua Jíbaro, realizzando poi la traduzione di un catechismo in quella lingua. Viaggiava il più possibile nel Vicariato e cercava di accompagnare paternamente i missionari.

A metà del 1918, sentendo la sua salute declinare, presentò le sue dimissioni alla Santa Sede e tornò in Argentina; spese i suoi ultimi anni nella casa di formazione di Bernal, partecipando il più possibile alla vita nel cortile.

Lì morì il 9 settembre 1921; ma la sua opera missionaria continua a parlare ancora oggi.

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