Brasile – Meruri festeggia 120 anni di presenza salesiana tra i Boe-Bororo

20 Gennaio 2022

(ANS – Meruri) – Il 18 gennaio 2022 ha segnato i 120 anni di presenza salesiana nella Missione Indigena di Meruri, in Mato Grosso, Brasile. Infatti, il primo gruppo di Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice arrivò nelle terre dei Bororo il 18 gennaio 1902. Il Direttore era don Giovanni Balzola e la Direttrice suor Rosa Kiste. Essi avviarono la prima missione nella regione di Tachos (Toripó, nella lingua nativa).

Lì ebbero il primo contatto con il popolo Bororo, sviluppando in seguito attività educative e di autosostentamento. A causa dei problemi di scarsità d’acqua, la Missione fu trasferita nella regione vicino al Morro de Meruri, sulle rive del torrente Barreiro, dando origine all’attuale Villaggio di Meruri, la principale comunità e sede della Missione Salesiana fino ad oggi.

Scrisse don Bálzola a proposito di quel momento della storia salesiana: “Quando mostrai loro da lontano il luogo del nostro campo stabile, un grido unanime di gioia scosse l’aria: non so se i crociati esultarono tanto alla vista di Gerusalemme. (...) Avendo trovato il posto più conveniente, siamo scesi tutti dalla sella e inginocchiandoci abbiamo baciato quella terra vergine, dove, con l’aiuto di Dio, sarà costruita la prima cappella di questa Missione. Erano le 4 del pomeriggio del 18 gennaio, sabato, vigilia della festa del Santo Nome di Gesù”.

L’evento, più significativo nella storia dei Salesiani a Meruri avvenne il 15 luglio 1976, quando don Rodolfo Lunkenbein, allora Direttore della presenza salesiana, e l’indigeno Simão Bororo vennero assassinati (dal 2016 per loro è stato avviato il Processo di Riconoscimento del Martirio e Beatificazione).

Ma l’attuale Segretario dell’Ispettoria di Brasile Campo Grande (BCG), a cui appartiene la missione di Meruri, don João Bosco M. Maciel, divide la storia della missione di Meruri in cinque fasi: il primo periodo: dal 1902 al 1919, quando la Missione diede assistenza esclusiva (economica, sanitaria, educativa ed evangelizzatrice) al popolo Bororo, con la collaborazione di volontari laici e alcuni impiegati; il secondo periodo: dal 1919 al 1941, quando la Missione cerca il suo autosostentamento economico attraverso il lavoro; il terzo periodo: dal 1941 al 1965, caratterizzato principalmente da migrazioni di famiglie Bororo nei villaggi lungo il fiume São Lourenço. Durante questo periodo, l’attenzione agli indigeni passa in secondo piano, e la missione si dedica alle numerose fattorie e alla scuola per i figli dei coloni, con cui studiano anche i bambini Bororo. Il quarto periodo: dal 1965 al 1980, è segnato dalla direzione di don João Falco, che capovolse il sistema di assistenza agli indigeni. Con la fondazione del CIMI (Consiglio Missionario Indigeno), nel 1972, l’impegno missionario di evangelizzazione si trasformò in un sostegno alle popolazioni indigene nella conservazione della loro cultura, della loro lingua e del diritto a un territorio dove poter continuare a vivere come popoli differenziati. Il quinto periodo, dal 1980 ad oggi, vede il riconoscimento della Terra Indigena di Meruri, su una superficie di 82.301 ettari.

E con l’aumento del numero di studenti Bororo, la scuola, oltre alla scuola primaria, avviata nel 2009, ora offre anche educazione secondaria, con insegnanti tutti indigeni. Di questo periodo vale la pena menzionare anche la creazione del Centro Culturale “P. Rodolfo Lunkenbein”, inaugurato nel 2001, che oggi è un riferimento nazionale nella rivitalizzazione della cultura indigena.

Fin dall’inizio dell’opera missionaria nel Mato Grosso, le Figlie di Maria Ausiliatrice sono state al fianco dei Salesiani. Anche se nel 2008 hanno chiuso la loro presenza a Meruri, per concentrarsi sulla Missione São Marcos, ancora assicurano, in forma itinerante, la loro salutare presenza a Meruri.

Ai giorni nostri il Direttore della missione è don Andelson Dias de Oliveira, che afferma: “Il nostro lavoro ha attraversato diversi momenti in questi 120 anni. Vedo che oggi la nostra più grande testimonianza è essere presenti con loro nelle loro lotte, nei loro sogni e nella loro ricerca per garantire e difendere i loro diritti. Loro stessi ripetono: ‘molti sono venuti qui, ma solo i missionari sono rimasti’. Nonostante tutto, siamo con loro e con loro formiamo una famiglia in spirito salesiano. È chiaro che stando con loro li aiutiamo nei loro bisogni! Evangelizzazione, educazione, salute perché abbiano vita e vita in abbondanza”, ha commentato il missionario.

Per migliorare le condizioni di vita e di sopravvivenza degli indigeni Meruri, la Missione Salesiana promuove vari progetti per attività redditizie, tra cui, tra le ultime e più particolari, uno di piscicoltura avviato lo scorso anno.

La presenza salesiana missionaria a Meruri costituisce una realizzazione concreta dei sogni profetici di San Giovanni Bosco riguardo alle generazioni di salesiani che avrebbero versato sudore e sangue per i giovani poveri e i bisognosi di tutto il mondo.

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