Spagna – Sei lezioni di vita da un grintoso exallievo: Juan Carlos Unzué

08 Febbraio 2022

(ANS – Pamplona) – Juan Carlos Unzué, exallievo della Formazione Professionale dei Salesiani di Pamplona, è stato anche un noto calciatore e allenatore professionista. Lo sportivo, portiere del Barcellona e del Siviglia tra gli anni ‘80 e ‘90, oggi 54enne, è affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) e ha deciso di dedicare il suo tempo a dare visibilità a questa malattia, così da ottenere il sostegno delle istituzioni e l’attenzione dei politici in favore delle persone che ne sono colpite. Venerdì scorso, 4 febbraio, ha condiviso il suo modo di intendere la vita con la comunità educativa del centro salesiano a Pamplona, in un evento che ha rappresentato l’atto conclusivo dei festeggiamenti locali per Don Bosco.

L’incontro con Unzué è stato parte della campagna salesiana lanciata dai salesiani per quest’anno e intitolata: “Appassionati di vita”; all’appuntamento hanno partecipato oltre 300 persone, per lo più giovani, in presenza, con il resto degli studenti collegati attraverso il canale YouTube del Centro.

L’ex giocatore ed ex allenatore professionista ha iniziato chiedendo quanti studenti conoscessero la SLA. Solo una quindicina di mani si sono alzate. Egli ha quindi spiegato come soffrono le persone colpite: “Siamo consapevoli del deterioramento fino all’ultimo giorno. Ho la SLA, ma sono sempre Juan Carlos Unzué”, ha raccontato.

A seguire, ha poi risposto alle domande degli studenti, inerenti a quando ha avuto i primi sintomi, qual è la sua routine quotidiana, o qual è stata la sua reazione quando ha scoperto la diagnosi. A quest’ultima domanda ha risposto: “È qualcosa che non puoi controllare e la cosa normale è arrabbiarsi con il mondo. Già da mesi sentivo che qualcosa non andava e grazie al mio atteggiamento ho accettato la malattia. Questa è la chiave. Ho deciso di dare un significato diverso alla mia vita perché non volevo che quello che è successo a me accadesse ad altri, che quando mi è stata detta per la prima volta la parola SLA non avevo alcuna idea di cosa fosse”, ha ammesso.

Nella seconda parte dell’incontro Unzué ha voluto offrire ai giovani le lezioni di vita che ha appreso durante la sua carriera sportiva e che ora lo aiutano ad affrontare la sua nuova vita.

“Godetevi il presente, qui e ora. Abbiamo bisogno di obiettivi e di una motivazione quotidiana – ha detto – ma bisogna godersi il viaggio verso questi obiettivi”.

“Lo sport aiuta ad acquisire valori per la vita”, ha sottolineato come seconda lezione. E ha aggiunto che “la cosa migliore è che ci sia qualcuno di molto bravo accanto a te, perché la concorrenza fa uscire la versione migliore di te stesso. Ti rende empatico e resiliente”.

Come terza lezione, ha indicato il coraggio: “Si vive più serenamente se si è stati audaci e coraggiosi. Quando ho avuto voglia di buttarmi in piscina, l’ho fatto con più o meno successo. Ma ci ho provato”.

Unzué ha poi segnalato un quarto aspetto: “Saper mostrare le debolezze e chiedere aiuto. Non sentitevi diversi quando avete un problema. Se non lo mostriamo, come potranno aiutarci? L’incertezza, la frustrazione e le difficoltà fanno parte della vita”.

Della quinta lezione ha detto con sicurezza: “Trattate tutti con amore e rispetto”; ma ha anche chiarito che questo non significa dire sempre quello che la persona vuole sentirsi dire. “Nel mio caso – ha detto – quando ero la riserva di Zubizarreta al Barça, l’allenatore Cruyff cercavo di ottenere il meglio da me per avere successo. All’epoca non lo capivo, ma più tardi sì. Non confondiamo il fatto di sentire quello che non ci piace con una mancanza di affetto o di rispetto”.

Quindi, ha chiuso l’elenco delle lezioni di vita introducendo il concetto di “egoismo altruista”. Cioè, ha spiegato che crescendo ha scoperto di provare maggiore soddisfazione nel dare che nel ricevere. Lo ha sperimentato intensamente quando è andato a visitare altri malati di SLA per conoscere la loro evoluzione. “Quando visito un amico - Jordi Sabaté, affetto da SLA - che può comunicare solo attraverso un computer controllato dal suo sguardo, ne esco più forte, perché lui è divenuto una fonte di ispirazione per me”.

Di Unzué si vocifera anche che possa essere il prescelto ad avviare le prossimi feste di San Firmino a Pamplona, come accensore del chimpazo. “Ne sarei onorato, ma credo ci siano tante altre persone più meritevoli di me… Nel caso, ne sarei felice, perché darei maggiore visibilità alla malattia” ha osservato.

E, prima di concedersi alle foto e ai selfie con i tanti giovani entusiasti, lo sportivo ha dato un ultimo suggerimento, rispondendo alla domanda su cosa fare per respingere, come fosse il tiro di un rigore, la malattia. “Rispondo con il mio atteggiamento. Se rimango forte, i primi a beneficiarne siamo io e la mia famiglia”.

Il pubblico è scoppiato in un forte applauso alla fine del suo discorso.

InfoANS

ANS - "Agenzia iNfo Salesiana" - è un periodico plurisettimanale telematico, organo di comunicazione della Congregazione Salesiana, iscritto al Registro della Stampa del Tribunale di Roma, n. 153/2007.

Questo sito utilizza cookie anche di terze parti, per migliorare l'esperienza utente e per motivi statistici. Scorrendo questa pagina o cliccando in qualunque suo elemento, acconsenti all'uso dei cookie. Per saperne di più o negare il consenso clicca il tasto "Ulteriori informazioni".