Quelle tonache impolverate. 1921-2021: Un secolo di presenza salesiana a Taranto
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17 Marzo 2022

Il libro, di recente uscita, sui cento anni di presenza salesiana a Taranto, dal titolo “Quelle tonache impolverate”, è opera di Mario Guadagnolo, già sindaco della città e storico.

L’opera editoriale è arricchita dalla prefazione del cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo e già arcivescovo di Taranto, e dalla presentazione scientifica del prof. Vittorio De Marco, storico nonché docente di Storia Moderna all’Università degli Studi del Salento, mentre l’introduzione è a cura di Don Ángel Fernández Artime, Rettore Maggiore della Congregazione salesiana e X Successore di Don Bosco, dell’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro e, fra gli altri, di don Gioacchino Tescione, primo Direttore dell’oratorio salesiano negli anni sessanta.

Il libro non si sofferma solo sulla storia “ma è anche un amarcord – commenta Guadagnolo – un ricordo di fatti, eventi, personaggi: sono usciti dalla mia penna stimolati dalla mia memoria… ed è stato scritto con la ragione ma anche col cuore per essere stato io un protagonista di parte degli eventi che racconto”.

Erano gli anni in cui, aggiunge l’arcivescovo emerito mons. Salvatore De Giorgi a proposito dell’autore, “l’allora ragazzo scapestrato, che poi sarebbe divenuto primo cittadino, frequentava l’oratorio solo per giocare a pallone, diventando poi dirigente della stessa struttura oratoriale e poi catechista”. I contatti per far giungere i figli di Don Bosco a Taranto risalgono già agli inizi del secolo scorso con l’arcivescovo Pietro Alfonso Jorio che individuò e acquisto il vasto suolo su cui doveva sorgere una grande opera salesiana. Il dinamico pastore di anime aveva intuito che ciò sarebbe stata una promettente realtà al passo con i tempi e che avrebbe potuto ottimamente inserirsi nelle dinamiche pastorali e sociali di una città che stava profondamente cambiando.

Ma il progetto, per vari motivi, si arenò. Il sogno si realizzò con il suo successore, mons. Orazio Mazzella, che nel 1921 fece giungere le prime Figlie di Maria Ausiliatrice e che nel 1925 accolse i salesiani dapprima nell’erigenda chiesa del Sacro Cuore, alle Tre Carrare, e poi in Città vecchia, nella chiesa di San Giuseppe (una lapide marmorea tuttora ne attesta la fruttuosa opera tra i vicoli).

La presenza salesiana (scrive il prof. Vittorio De Marco) si allarga e si arricchisce nei decenni successivi con l’istituto salesiano di viale Virgilio, fondato da don Angelo Fidenzio e premiato nel 1963 dal Presidente della Repubblica Antonio Segni con medaglia d’oro al merito, l’istituto delle suore Figlie di Maria Ausiliatrice in via Umbria e, infine, con la parrocchia dedicato al santo di Valdocco in via Capitanata.

Purtroppo, da alcuni anni l’istituto salesiano, che è stato fucina di grandi intelligenze cittadine, non è più attivo, e la parrocchia del Sacro Cuore è passata alla diocesi ed è retta attualmente da don Luigi Larizza, del quale nel libro è riportata una testimonianza. Ma, come riferisce giustamente mons. Filippo Santoro, il lavoro dei salesiani a Taranto non è terminato e prosegue con la parrocchia e l’oratorio centro giovanile del Don Bosco, e anzi si arricchisce di nuove sfide che questa società sempre più globalizzata ogni giorno offre.

Tutto questo è riportato nelle oltre seicento pagine della pubblicazione edita da Scorpione, con ricco corredo di immagini, documenti d’archivio, atti notarili di donazioni, documenti relativi alla costruzione delle opere, rapporti epistolari e testimonianze.

Editrice Scorpione, 606 pagine

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