RMG – I tanti volti della presenza salesiana a Malta

06 Aprile 2022

(ANS – Roma) – Negli ultimi giorni Malta è balzata al centro dell’attenzione internazionale a motivo della visita del Santo Padre Francesco, nei giorni 2 e 3 aprile scorsi. Ma per il mondo salesiano, pochi giorni prima (14-27 marzo), si era già svolta un’altra visita importante: quella “straordinaria” realizzata per conto del Rettor Maggiore dal Consigliere Generale per la Formazione, don Ivo Coelho.

La Visitatoria “Maria Ausiliatrice” di Malta (MLT), eretta nel 2018, ha in verità una storia molto più antica, dato che la prima presenza nell’arcipelago maltese, la casa “St. Patrick” di Sliema, risale al lontano 1903; ed è anche una storia piuttosto peculiare: se già il Paese stesso è un crocevia del Mediterraneo, anche le origini salesiane sono “composite”, essendo debitrici sia ai salesiani del nord Europa, irlandesi e inglesi, cui per primi venne affidata la cura pastorale delle isole da parte dei superiori salesiani; e sia ai salesiani siciliani, che per motivi geografici e di praticità vennero invitati a gestire un’opera offerta da benefattori alla Congregazione.

“Queste radici miste hanno portato dei benefici, perché c’è una Visitatoria con opere diverse, inclusa la presenza oratoriana: infatti quasi ogni opera ha un oratorio oggi”, ha condiviso don Coelho.

Oggi i salesiani attivi a Malta sono 36, appartenenti a 4 comunità, che animano una moltitudine di attività e apostolati significativi, attraverso le opere diffuse a Sliema, Senglea e Dingli.

Dingli è una realtà vivace in un villaggio a 16 km dalla capitale, La Valletta. La casa salesiana, avviata sul finire degli anni ‘60 del secolo scorso, ospita una scuola maschile con 250 allievi, la casa di formazione per i salesiani e un oratorio con diversi gruppi di giovani.

A Senglea i salesiani sono presenti solo dal 2008, ma la loro presenza vanta un passato plurisecolare: infatti il centro salesiano comprende sia un oratorio e centro giovanile ben avviati, sia una chiesa molto antica, accanto alla quale sorge un convento degli Oratoriani di San Filippo Neri della fine del XVI secolo. Questi animarono il complesso fino a quasi un secolo fa, poi nella II Guerra Mondiale la chiesa venne bombardata e riprese vita solo con nel 1958, con i Gesuiti, che la ricostruirono e presero residenza nel convento che fu degli Oratoriani. Dopo 50 anni, però, anche i Gesuiti l’hanno lasciata, per motivi di riorganizzazione, e da quando i Salesiani sono subentrati si stanno occupando anche di curare il ricco patrimonio culturale contenuto in questo scrigno di storia e di arte. “Ad esempio, insieme a dei volontari, stanno ripulendo e prendendo cura della biblioteca locale, coeva della chiesa. Si tratta di un lavoro certosino: puliscono ogni pagina, stanno facendo un bel catalogo delle opere e hanno già ritrovato un manoscritto antico, un reperto storico molto importante” racconta il Consigliere Generale per la Formazione.

A Sliema, invece, i salesiani animano sia la casa storica di “St. Patrick”, con una scuola speciale, una residenza per ragazzi speciali, chiesa pubblica e i centri locali di diverse associazioni della Famiglia Salesiana; sia la casa “St. Alphonsus” con l’oratorio e centro giovanile, la sede della Visitatoria, le case (dar, in maltese) per giovani in difficoltà e rischio: “Osanna Pia” e “Mamma Margherita”, cui si aggiunge “Dar Alberto Marvelli”, direttamente gestita dagli Exallievi di Don Bosco.

“Questi centri sono la manifestazione dell’attenzione salesiana verso i giovani prediletti da Don Bosco. In questi ultimi anni, in particolare, in accordo alle indicazioni del Papa e del Rettor Maggiore, si sono attrezzati per accogliere in particolare migranti bisognosi” prosegue don Coelho.

La realtà giovanile maltese non è esente da sfide significative. Anche il Papa lo ha ricordato, durante i suoi discorsi tenuti in occasione della sua recente visita, quando ha messo in guardia dall’inseguire “una falsa prosperità detta dal profitto”, i “bisogni indotti dal consumismo” o “il diritto di avere qualsiasi diritto”.

Ma in un contesto di diffusa secolarizzazione, i salesiani hanno imparato a trovare un terreno comune con le istituzioni nei progetti sociali, portando avanti iniziative sostenute da bandi nazionali o dell’Unione Europea; e sanno trovare spazi di collaborazione con creatività, come nel caso della Cappellania della “MCAST”, un’università statale a indirizzo professionale dove cinque salesiani e altri si alternano tra aule e corridoi stando sempre insieme ai giovani.

Né vanno dimenticati altri due fiori all’occhiello della presenza salesiana nell’arcipelago. Da un lato c’è la competenza diffusa dei Figli di Don Bosco nella psico-terapia e nel counseling: si tratta di un’abilità conseguita in forma sperimentale da alcuni pionieri salesiani diversi anni orsono e poi tramandata alle generazioni più giovani, in maniera tale che oggi i salesiani vantano una grande esperienza nell’accompagnamento personale dei giovani.

E dall’altro lato, sono degni di nota i rapporti molto intensi e proficui con il laicato, evidenti non appena si mette piede all’interno di determinate realtà. È questo il caso della sede dell’Ufficio ispettoriale di Pianificazione e Sviluppo, che è una sorta di grande hub dove quotidianamente lavorano gomito a gomito salesiani, Exallievi e giovani volontari; o la “Librerija Taghlim Nisrani”, una libreria salesiana che funziona grazie alla collaborazione tra il Direttore salesiano e il servizio generoso di tanti volontari.

La presenza salesiana di Malta, che in passato ha contribuito alle missioni salesiane inviando molti suoi figli alle missioni ad extra, sta anche discernendo nuove opzioni in tal senso. Ma già da ora, conclude don Coelho, è “una bella e dinamica realtà!”.

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