Ucraina – Oltre 100 giorni di guerra, tra paura e un rinnovato impegno ad aiutare e a ripartire

06 Giugno 2022
Foto: Tarnowskie Góry (Polonia)

(ANS – Kiev) – Che sia nelle regioni orientali o in quelle occidentali, nel cuore del Paese o in prima linea, dopo oltre 100 giorni di guerra, in Ucraina non si sa mai quando le sirene dei raid aerei faranno gemere il loro urlo di paura nelle orecchie e nel cuore degli abitanti.

Anche se magari, nei contesti di maggiore tranquillità, come a Leopoli, in questi giorni di quasi estate, il clima mite e il bel tempo spingono la popolazione ad uscire per le vie eleganti e nei bei parchi: è la voglia di vivere che prevale sulla paura della morte, e che spinge a concedersi un po’ di distrazione e di bellezza grazie ai canti e alle danze degli artisti di strada.

Nella bella cattedrale di Leopoli la gente entra ancora per pregare e invocare soccorso da Dio e alla domenica si ascoltano celebrazioni in più lingue.

Ma i problemi ci sono, eccome: al centro dell’Ucraina scarseggiano i carburanti, tanto che i salesiani impegnati nella raccolta e nella distribuzione degli aiuti umanitari sono costretti a portarli dalla Polonia; inoltre, per spostarsi da una città all’altra bisogna passare per degli attraversamenti di fortuna, perché spesso i ponti sono stati fatti saltare o sono stati bombardati; e ovunque si possono incontrare case bombardate, bruciate o danneggiate, con segni piò o meno evidenti della lotta che è passata per le strade adiacenti.

“Ma non importa quanto siano state duramente colpite o distrutte: la gente sta lentamente ritornando e le sta ricostruendo. E tornerà ancora e ricostruirà di nuovo” afferma con determinazione don Roman Tsyganiuk, dopo un ennesimo viaggio di solidarietà che lo ha portato dall’Ucraina occidentale fino a Vorzel, nell’Ucraina centrale, per distribuire gli aiuti ai bisognosi.

La situazione di bisogno della popolazione ucraina ha incontrato provvidenzialmente la solidarietà sincera e proficua di tante persone in ogni parte del mondo. Il “Don Bosco Network”, la rete di organizzazioni ed enti salesiani impegnati per lo sviluppo, su iniziativa del suo Coordinatore, Fonny Grootjans, ha raccolto i dati su quanti siano i rifugiati accolti dalle istituzioni salesiane più prossime all’Ucraina a 100 giorni dallo scoppio della guerra.

Secondo questi dati, attualmente in Moldavia, presso il centro di Chisinau e la presenza di Creotaia sono accolti 39 rifugiati scappati dall’Ucraina; in Polonia, grazie all’impegno diretto delle quattro Ispettorie salesiane, sono 549 i rifugiati accolti (147 nelle opere dell’Ispettoria di Wrocław, 134 in quella di Piła, 157 in quella di Varsavia e 111 in quella di Cracovia). 45, sono i minorenni provenienti dalla casa-famiglia di Leopoli che sono accolti dalle case salesiana in Slovacchia; ma ad essi vanno aggiunti i circa 200 rifugiati che i salesiani hanno affidato a varie famiglie con cui collaborano, senza dimenticare i 500 che sono stati ospitati in un rifugio dei Salesiani Cooperatori e gli oltre 2.500 rifugiati accolti per brevi periodi all’inizio della guerra.

Attività centrali, quella della prima accoglienza e dell’aiuto d’emergenza, ma non le uniche da parte salesiana: anzi, dato che la guerra perdura, i Figli di Don Bosco accentuano le attività in favore dell’integrazione sociale dei rifugiati. Come fanno, ad esempio, in Polonia, nell’Ispettoria di Wrocław, dove a Lubin, vengono offerti corsi di lingua polacca per rifugiati ucraini adulti e a Tarnowskie Góry, ai minori rifugiati sono impartiti corsi di ceramica.

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