Brasile – Salesiani e volontari tra gli indigeni, per condividere il pane, saziare gli affamati, curare i malati

08 Luglio 2022

(ANS – Campinápolis) – I membri dell’équipe della Pastorale dei Bambini della parrocchia “San Domenico Savio” di Campinápolis si sono recati ai primi di luglio nel villaggio xavante di Santa Fé, dove vivono 120 persone in 10 abitazioni, e dove erano già stati il mese precedente per valutare lo stato di salute di alcuni minori a grave rischio di denutrizione. Questi bambini, dopo un mese di monitoraggio da parte degli agenti incaricati, hanno fatto un salto significativo nel miglioramento del peso e nel recupero. Durante questo periodo, le famiglie hanno ricevuto donazioni di cesti di cibo, pesatura e monitoraggio settimanale. In alcuni giorni, un piatto caldo è stato servito a tutti gli abitanti del villaggio.

Due bambini indigeni sono stati comunque ricoverati presso la Casa della Salute Indigena (CASAI), per garantire loro un migliore accompagnamento, mentre gli altri sono rimasti nel villaggio e si sono ripresi grazie alla guida e all’aiuto offerto dalla Pastorale dei Bambini.

Dell’équipe della Pastorale dei Bambini fanno parte il diacono salesiano José Alves, la nutrizionista di CASAI Delma Cristina, la responsabile indigena Djanira Ro'ojadwe Tsi'ewadi e il volontario belga Dieter Willems.

Oltre alle iniziative nel villaggio di Santa Fe, il volontario belga ha partecipato alle attività con l'équipe del progetto AMA (Assistenza Missionaria Mobile), coordinata dal maestro Luís Würstle, che in questi giorni era a Campinápolis per provvedere alla manutenzione dei pozzi artesiani di diversi villaggi della zona.

Dieter, un economista, ha trascorso circa un mese nelle terre indigene del Mato Grosso, accompagnando le attività missionarie e rendendosi conto che basta poco per rendere felici le persone. “Abbiamo servito una semplice zuppa e i bambini, che non avevano posate, piatti o un tavolo, ed erano già molto grati e felici per il cibo”, ha detto.

L’esperienza del volontariato con gli Xavantes accomuna Dieter al medico pneumologo italiano Paolo Fior, che nell’ambito del progetto avviato oltre 50 anni fa dall’indimenticato don Ugo de Censi, l’“Operazione Mato Grosso”, ha collaborato con i salesiani della missione di Campinápolis per un mese, a giugno.

“La mia esperienza è stata quella di stare con la gente, soprattutto con gli Xavante. Ho dato una mano al centro per la salute perché hanno davvero bisogno di essere accompagnati per molte malattie da cui sono colpiti. Nei villaggi ci sono molti bambini che ne hanno bisogno, anche il loro accesso all’assistenza sanitaria è complicata, quindi è una buona cosa poterli aiutare nei loro stessi villaggi stessi” ha spiegato il dottore.

Il dr. Fior aggiunge poi che prendersi cura della salute degli indigeni sia un modo per contribuire a preservare la cultura del popolo. “Perché uno Xavante che mangia bene, che è sano, in buona salute, è uno Xavante che perpetuerà il suo stile di vita, la sua cultura. E questo è ciò per cui stanno lavorando l’Operazione Mato Grosso e i Salesiani”.

Durante il suo servizio di volontariato il dr. Fior ha avuto modo di partecipare anche alle “celebrazioni” realizzate nei villaggi xavante in occasione della festa del Corpus Domini, lo scorso 16 giugno.

E anche se il lavoro liturgico dei salesiani in quella realtà non ha previsto infiorate, processioni o incensi, è stato di grande lode a Dio. Perché con le parole del Vangelo in mente (“In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” - Mt 25,40) e un grande desiderio di aiutare la comunità, hanno donato cesti con alimenti essenziali e vestiti ai bambini più poveri e affamati.

Era stato in quell’occasione che i bambini erano sono stati misurati e pesati, e ogni famiglia aveva ricevuto almeno un cesto di cibo e tutti gli abitanti del villaggio avevano condiviso un pasto preparato dai volontari. “Ho capito che questo lavoro è molto importante. È molto importante anche per la città di Campinápolis sapere che ci sono persone che arrivano fino all’ultimo villaggio per dare un po’ d’attenzione anche a loro”, aggiunge ancora il volontario italiano.

Che, infine, conclude: “Abbiamo preparato del cibo per loro per dimostrare che ci sono persone, ci sono ‘Waradzu’, come dicono, che si prendono cura di loro, che hanno a cuore la loro salute, a cui piacciono come Xavantes e come persone; perché nessuno, sia esso ‘waradzu’ o xavante, deve soffrire la fame o stare nel bisogno”.

InfoANS

ANS - "Agenzia iNfo Salesiana" - è un periodico plurisettimanale telematico, organo di comunicazione della Congregazione Salesiana, iscritto al Registro della Stampa del Tribunale di Roma, n. 153/2007.

Questo sito utilizza cookie anche di terze parti, per migliorare l'esperienza utente e per motivi statistici. Scorrendo questa pagina o cliccando in qualunque suo elemento, acconsenti all'uso dei cookie. Per saperne di più o negare il consenso clicca il tasto "Ulteriori informazioni".