India – Il Rettor Maggiore in mezzo ai suoi giovani: Messa all’Expo Giovanile del Centenario e sessione di dialogo con ragazzi e ragazze

29 Ottobre 2022

(ANS – Shillong) – Sabato 29 ottobre 2022 le diverse centinaia di giovani partecipanti all’Expo Giovanile per il Centenario di presenza salesiana nel Nord Est dell’India hanno avuto l’opportunità di vivere la celebrazione dell’Eucaristia con Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore, come celebrante principale. E al termine della Messa il X Successore di Don Bosco ha animato un dialogo sincero e paterno con loro.

Alla concelebrazione eucaristica erano presenti ben cinque Ispettori salesiani della Regione Asia Sud, insieme al Consigliere per quella medesima Regione, don Biju Michael, e molti altri sacerdoti delle tre Ispettorie del Nord-Est indiano – Guwahati, Dimapur e Shillong.

La celebrazione eucaristica è stata aperta dalla processione introduttiva delle aspiranti delle Suore della Visitazione di Don Bosco – XXX gruppo della Famiglia Salesiana, ed è stata animata musicalmente dal coro della “Mount Carmel” di Mawlai. I parteciapanti all’Expo Giovanile del Centenario – oltre 1.500, tra giovani e loro accompagnatori della Famiglia Salesiana – sono stati guidati a una devota partecipazione attraverso la liturgia ben animata dall’Ispettoria FMA di Shillong.

All’inizio della Messa, don Paul Olphindro Lyngkot, Ispettore salesiano di Shillong, ha tenuto un’introduzione in cui ha dato il benvenuto a tutti e ha tracciato un breve profilo della vita del Beato Michele Rua, nel giorno della sua memoria liturgica e, in particolare in questo 2022, il 50° anniversario della sua Beatificazione.

Durante l’omelia, il Rettor Maggiore ha ricordato il legame tra Don Rua e Don Bosco, così come la devozione filiale del giovane Giovanni Cagliero verso il Santo dei Giovani – entrambi segni dell’amore sa sempre suscitato da Don Bosco nei giovani. Poi, pensando ai 100 anni di presenza salesiana nella regione, ha sottolineato la fedeltà e la perseveranza delle generazioni di salesiani susseguitesi in questo secolo, e ha esortato i giovani a discernere quale sia la loro vocazione, ponendosi la domanda più importante per la loro vita: “Signore cosa vuoi da me?” e aggiungendo che la risposta dovrà venire dal profondo del loro cuore. Ha infatti affermato che un giovane cristiano non può decidere quale indirizzo dare alla propria vita senza porsi tale interrogativo. Ha poi invitato i giovani ad impegnarsi in qualsiasi percorso intraprenderanno: costruire una bella vita familiare o donare la propria esistenza come sacerdoti o religiosi e religiose. Agli educatori salesiani ha ricordato: “Non voglio vedere una suora salesiana o salesiano di Don Bosco senza sorriso o con il mal di pancia”, perché, ha spiegato, “i giovani hanno il diritto di vedere i loro educatori felici”; d’altra parte, ha anche invitato ragazzi e ragazze a fare la loro parte, aggiungendo che gli educatori hanno il diritto di vedere i giovani generosi.

Dopo l’Eucaristia sono state scattate le foto di gruppo ed è iniziata la sessione di dialogo e interazione tra il Rettor Maggiore e i giovani. Come tipico in questi casi, Don Á.F. Artime si è messo a loro completa disposizione, ha risposto alle loro domande e interrogativi e ha chiarito i loro dubbi ed inquietudini. Parlando di ciò che caratterizza la spiritualità salesiana ha affermato che è “una spiritualità dell’amore, duro lavoro e servizio al prossimo”, e ha poi ricordato che Don Bosco stesso diceva come a Valdocco la santità consistesse nello “stare sempre allegri”.

Ha poi ricordato il suo percorso vocazionale e ha ribadito ai giovani che ogni percorso di vita può essere fruttuoso, felice e bello, purché sviluppato in Dio. “Cari amici, se Dio vi chiama alla vita religiosa, rispondete attivamente. Se vi chiama alla vita familiare, assicuratevi di servire gli altri. Se portate Gesù nel vostro cuore, sarete in grado di testimoniarlo ovunque vi troviate”.

Per questo, rispondendo ad una domanda sull’importanza di accostarsi ai sacramenti e alla Chiesa, ha aggiunto che la relazione con Dio è “la garanzia della vostra felicità” oltre che “la cosa più importante della nostra vita”. Poi ha rinnovato l’invito ad utilizzare al meglio gli anni della gioventù, per prepararsi ad essere brave persone, cittadini responsabili come adulti.

Infine, interrogato su di sé, ha affermato di sentirsi felice, “un semplice confratello salesiano che cerca di fare del proprio meglio”; e davanti alle tante necessità e impegni che spettano oggi ai Figli di Don Bosco in tutti i loro incarichi e servizi quotidiani, ha insistito sulla necessità della collaborazione di laici ben formati e ben disposti, e ha invitato direttamente i ragazzi e le ragazze presenti a continuare, anche da adulti, ad accompagnare la missione salesiana.

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