RMG – Conoscere Don Bosco: le foto più diffuse e utilizzate nel mondo salesiano
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27 Gennaio 2023
Schemboche, Torino, 1880

(ANS – Roma) – Nell’andare col pensiero ad una persona che non si è conosciuta personalmente, ma che è familiare, viene subito davanti un’immagine specifica, precisa. Quale? Quella che ci piace di più perché risponde alle proprie attese o quella che si è vista più spesso? Non sempre si è in grado di dare una risposta e talvolta ci sono varie immagini che si sovrappongono nella memoria. Per capire quale immagine di Don Bosco si è formata in noi, è opportuno esaminare quali sono state quelle che sono state più utilizzate e tramandate nelle generazioni.

Dall’analisi condotta da don Giuseppe Soldà per il suo libro “Don Bosco nella fotografia dell’800 (1861-1888), è emersa un’immagine di Don Bosco umile, semplice, illuminata dal sorriso e dallo sguardo amorevole. Anche le foto che vengono pubblicate nei primi strumenti di diffusione sono quelle in cui Don Bosco presenta queste caratteristiche di amabilità e di dolcezza.

L’immagine che maggiormente viene diffusa inizialmente fu quella del ritocco che Giuseppe Rollini, pittore ed exallievo dell’Oratorio di Don Bosco, operò sulle fotografie Luzzati. Si tratta di una foto appartenente ad una serie di scatti realizzati nel 1886, mentre Don Bosco è impegnato in un viaggio per raggiungere le case salesiane in Spagna. Durante il percorso si fermò, come era solito fare, presso un’altra casa salesiana, quella di Sampierdarena, a Genova, per incoraggiare i salesiani e riprendere contatti con amici e simpatizzanti della sua opera.

Il 16 marzo di quell’anno, mentre Don Bosco è a Sampierdarena e sta per partire per Varazze, giunge ad incontrarlo il marchese spinola, con un fotografo al seguito. Per compiacerlo, Don Bosco accetta, nonostante fosse già in partenza. Anche se in fretta, mentre il macchinista del treno, per devozione a Don Bosco, fece rimandare la partenza del convoglio, il sig. Angelo Ferretto, operatore dello stabilimento Gustavo Luzzati di Genova, eseguì tre pose, ottenendo alcune tra le più belle foto di Don Bosco.

Successivamente, come detto, il Rollini eseguì sia un ritratto a partire dalle foto, sia un ritocco della terza posa scattata a Sampiedarena, quella in cui Don Bosco con le mani giunte guarda in camera. E poiché la copia ritoccata venne molto bene, venne riprodotta e diffusa dallo stesso Luzzati.

In questa versione il ritocco aveva ulteriormente abbellito lo scatto, rendendola più artistica: sono spianate le rughe, ritoccati gli occhi, addolcito il sorriso, affinato il volto, aggiunti due braccioli bucellati alla poltrona per dare più maestà, e vennero curate anche le pieghe della veste. La foto così risultava estremamente somigliante, e al tempo stesso rispondeva pienamente alle attese delle persone. Ebbe notevole gradimento e diffusione e per certo tempo rimase l’immagine ufficiale.

Poi, circa un secolo fa, negli anni ’20 del XX secolo, avvicinandosi la Beatificazione di Don Bosco, sorse il bisogno di rappresentare anche iconicamente la santità, facendo preferire degli scatti in cui Don Bosco appare più imponente e carismatico. Fu così che si andò affermando una foto di quelle che apparivano nel portfolio di Michele Schemboche, pittore di origine polacca, allievo di Nadar. La foto in questione venne scattata proprio a Torino, nel 1880, ed è talvolta nota anche con il nome di “Don Bosco in poltrona”, sebbene la sua versione più celebre riporti poi un taglio a mezzo busto, e spesso anche incorniciata in un ovale.

La foto trasmette in pienezza quel gusto e quella cultura che la società richiedeva per l’epoca: un Don Bosco più ieratico e solenne, e con delle modifiche, divenne infatti l’immagine ufficiale della Beatificazione e poi della Canonizzazione di Don Bosco, a cui si ispirò il pittore Angelo Enrie.

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