Madagascar – Nel carcere minorile di Anjanamasina i salesiani applicano alla lettera l’insegnamento di Don Bosco: far sentire i ragazzi amati

24 Febbraio 2023

(ANS – Antananarivo) – È chiamata “Trano zaza maditra”, ovvero “Casa per i ragazzi monelli”: è il centro statale di rieducazione che ospita più di un centinaio di bambini e ragazzi ad Anjanamasina, sobborgo della capitale Antananarivo. Qui, da anni, i Salesiani di Don Bosco ogni domenica e durante le feste infrasettimanali distribuiscono pasti e si dedicano ad attività ludiche con i ragazzi.

“Musica, teatro, sport, oltre alla formazione spirituale attraverso la celebrazione della Messa, il catechismo e le proiezioni di documentari religiosi ed educativi sono alcune tra le attività nelle quali cerchiamo di coinvolgere i minori nelle diverse fasi del percorso di detenzione.” Don Giovanni Corselli, missionario salesiano in Madagascar da quasi 40 anni, Direttore della casa di Ankililoaka, ha raccontato all’Agenzia Fides la sua personale esperienza al servizio del carcere minorile di Anjanamasina.

“La comunità di Ambohitratrimo, dove si trova il noviziato dei salesiani è a un quarto d’ora di macchina dal carcere – spiega –. Prima, con i miei predecessori, poi con me, e ora dopo di me, lavora molto con l’obiettivo di fare stare meglio possibile i ragazzi detenuti. Per poter stare più vicini a loro facevamo qualche regalino ai vari direttori e funzionari, come pure alle guardie carcerarie, a Natale e a Pasqua, e li invitavamo sempre a mangiare con noi e con i ragazzi.”

“In media sono un centinaio tra i 9 e i 17 anni, ma il numero dei minori detenuti varia secondo le retate dei poliziotti che pescano i ragazzi che vanno in giro cercando di rubare – spiega il missionario –. Tante volte sono gli stessi parenti che li mettono lì perché non sanno come fare con loro”.

L’obiettivo dei salesiani è far sentire i ragazzi amati, importanti per qualcuno, non un peso di cui liberarsi, far capire loro che non sono abbandonati. “Purtroppo, durante la settimana sono soggetti a regole rigide del carcere che non tengono conto del loro diritto al gioco e al tempo libero; ma la domenica possono partecipare ad attività sportive e ludiche. All’interno del Centro vengono organizzati giochi e lotterie due o tre volte l’anno, ma è anche un’occasione per distribuire alcune cose utili per la vita quotidiana. I premi sono vestiti, materiale scolastico, cioccolato… Inoltre, visto che le autorità non sono in grado di fornire pasti regolari e bilanciati ai giovani detenuti i salesiani hanno preso l’impegno di distribuire pasti completi attraverso i novizi, che poi mangiano insieme ai ragazzi.”

“È una realtà delicata e complessa da gestire, che vede vivere fianco a fianco chi ha commesso un reato, chi ha l’unica colpa di vivere in strada senza il sostegno della famiglia e anche bambini e ragazzi che i familiari non sono in grado di gestire, ecco perché in gergo popolare è chiamata ‘Trano zaza maditra’, ovvero ‘Casa per i ragazzi monelli’. Abbiamo cercato di salvarne qualcuno, ma con qualcuno non ci siamo riusciti, perché hanno bisogno di essere costantemente seguiti e noi non ne abbiamo sempre la possibilità”, conclude don Corselli.

In alcuni Paesi del mondo i minori vengono arrestati e detenuti per futili motivi, come scappare di casa, dormire in strada, saltare la scuola… Alle volte vengono processati come se fossero adulti, condannati a scontare la pena nelle galere per adulti e subiscono trattamenti, al pari degli adulti, da parte delle forze dell’ordine.

I dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia registrano più di 1 milione di bambine e bambini in tutto il mondo vivono privi della loro libertà nelle carceri. “Human Right Watch”, organizzazione che si occupa della difesa dei Diritti Umani, sostiene che molti dei minori che si trovano in carcere hanno ricevuto condanne eccessive e sproporzionate che violano il diritto internazionale. Maltrattamenti, abusi, divieto di avere contatti con la famiglia, uso dell’isolamento e mancanza di personale formato adeguatamente, sono alcune tra le accuse mosse da Defence For Children, ONG che si occupa dei diritti dei minori nel mondo riguardo le condizioni e il trattamento dei giovani nelle carceri di diversi Paesi.

Fonte: Agenzia Fides

InfoANS

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