Perù – Continuiamo a camminare: Visita d’Insieme 2023

31 Marzo 2023

(ANS – Lima) – La giornata di giovedì 30 marzo per i partecipanti alla Visita d’Insieme alla Regione Interamerica è iniziata sotto una brezza rinfrescante. Alle 6:45 gli Ispettori e i loro Consiglieri si sono avvicinati alla cappella per celebrare l’Eucaristia, presieduta da don Hugo Orozco, Consigliere Regionale, e concelebrata dall’Ispettore di Colombia-Medellin (COM), don Luis Fernando Valencia, e di Colombia-Bogotá (COB), don Jhon Jairo Valencia. Poi sono iniziate le attività previste dal programma.

In mattinata erano previsti gli interventi del Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, don Miguel Angel García Morcuende, e del Consigliere Generale per le Missioni, don Alfred Maravilla, sul tema “Accompagnamento delle nuove vocazioni”.

Don Miguel Angel García ha sostenuto che è importante rivitalizzare gli sforzi pastorali, con l’obiettivo di riconoscere i nuovi movimenti giovanili. “Negli ultimi anni abbiamo parlato e scritto molto in tema di animazione vocazionale. Sta emergendo qualcosa di nuovo e dobbiamo rispondere a questa novità”, ha affermato don García Morcuende.

Questi ha anche spiegato che un altro fattore chiave e fondamentale è la promozione di una solida cultura vocazionale, dove si percepisca la concezione della vita come vocazione e il frutto dell’interazione tra le persone. “La cultura di una casa o di un’Ispettoria salesiana è il frutto dell’interazione tra le persone”, e si concretizza, da un lato, nel modo e nello stile di essere comunità e, dall’altro, nell’interpretazione delle diverse esperienze che vengono vissute nel quotidiano.

Infine, ha ricordato che quando una Comunità Educativo-Pastorale crea l’atmosfera giusta, i giovani sono più disposti ad ascoltare la chiamata di Dio.

Da parte sua, don Maravilla, in sintonia con il settore Missioni, ha presentato il tema: “L’animazione delle nuove vocazioni”. Ha iniziato evidenziando tre parole che riassumono le vocazioni missionarie: accompagnamento, discernimento e vocazione. “Quando lo spirito missionario è vivo nella vita consacrata, essa diventa attraente perché le persone consacrate si appassionano a condividere il loro amore e la loro fede in Gesù, il che dà origine ad attività missionarie (volontariato, gruppi missionari, ecc.)”, ha spiegato.

Un punto importante che ha sottolineato è stato che le missioni non possono più essere intese solo in termini geografici, di movimento verso “terre di missione”, dato che le missioni si trovano ovunque ci sia bisogno di annunciare il Vangelo: nei contesti sociologici e culturali, e anche nel continente digitale. “I giovani salesiani devono essere formati alla disponibilità, con uno sguardo aperto alla vita della Chiesa e della Congregazione, e vanno sensibilizzati ai progetti missionari”.

Dopo una breve pausa, gli Ispettori del Venezuela, delle Antille e del Centro America hanno raccontato la realtà delle loro Ispettorie e come i problemi sociali e politici incidano sulla crescita delle vocazioni.

In Venezuela, ad esempio, il tasso di abbandono scolastico è del 70%, poiché gli educatori si dimettono dalle scuole e la maggior parte di essi lascia il Paese.

In Nicaragua, uno dei Paesi appartenenti all’Ispettoria del Centro America, dati i problemi sociali, i salesiani temono che il governo confischi alcune delle loro proprietà, generando instabilità e tensione.

A Cuba, Paese appartenente all’Ispettoria delle Antille, la realtà vocazionale è colpita duramente. Molte famiglie e molti giovani vogliono emigrare in altri Paesi in cerca di migliori opportunità. “Secondo uno studio condotto, tra 10-15 anni Cuba non avrà più vocazioni autoctone”, ha messo in guardia don José Pastor Ramírez, Ispettore delle Antille.

Nel pomeriggio sono intervenuti don Joan Luis Playá, Delegato Centrale del Rettor Maggiore per il Segretariato per la Famiglia Salesiana, e don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale.

Il primo ha riflettuto sull’importanza di aiutare ad apprezzare il patrimonio umano e spirituale della Famiglia Salesiana (FS) nella Regione, “una bella realtà per cui ringraziare il Signore, tutti i suoi membri e i confratelli coinvolti nell’animazione e nell’accompagnamento”. Il ruolo dei laici, ha osservato, è essenziale; sono loro che, con il loro impegno e la loro tenacia, riescono a consolidare la Famiglia Salesiana. “Per questo è necessario rilanciare l’impegno per la formazione di ogni laico come cristiano ‘salesiano’ impegnato”, ha affermato.

L’ultima relazione della giornata è stata tenuta da don Mendes, che ha sviluppato il tema “Come vivere il sacramento salesiano della presenza per essere comunicatori della missione condivisa?”

L’autenticità e la novità della comunicazione salesiana sono il frutto della fedeltà alla consacrazione religiosa, della testimonianza di vita, della capacità di dialogo, frutto della vicinanza, dell’accoglienza e della fiducia che si instaurano nelle relazioni umane e istituzionali.

In questo senso, le radici della missione salesiana si trovano nel carisma salesiano. La comunicazione, nella sua espressione più ampia, è radicata nel carisma. È un’espressione dell’essere autentico e libero che comunica sulla base dei suoi valori e atteggiamenti. Vivere il sacramento come comunicatori significa essere veri e reali per le persone, in ogni situazione e circostanza.

Ha anche ricordato che bisogna rispondere con originalità al mondo di oggi e alla diversità dei modi di comunicare (habitat digitale); per rispondere, cioè, in modo intelligente e ampio, sempre partendo e rispettando il carisma salesiano.

In serata sono seguite le conclusioni della giornata e, infine, il sig. Jean Paul Muller, Economo Generale, ha offerto il pensiero della “buonanotte” salesiana.

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