RMG – I missionari salesiani raccontano la loro storia: il giovane David Eyenga, dalla Repubblica Democratica del Congo alla Bolivia

29 Maggio 2023

(ANS – Roma) – L’ultimo missionario a raccontarsi ad ANS di quelli già arrivati nelle loro terre di destinazione e che hanno appena concluso lo speciale corso di orientamento a loro dedicato è il giovane David Eyenga, della Repubblica Democratica del Congo, inviato anch’egli con la 152° Spedizione Missionaria Salesiana in Bolivia.

Sono David Eyenga, ho 29 anni e sono originario della Repubblica Democratica del Congo. Sono stato inviato in Bolivia nel 2021 come membro della 152ª Spedizione Missionaria Salesiana e ora svolgo il mio tirocinio nella comunità di Kami.

In generale, la Bolivia è un Paese cristiano, dove la gente è aperta agli altri. A livello particolare, a seconda dei dipartimenti, è un Paese ricco di diversità culturali, il che significa che in ogni provincia o dipartimento c’è un proprio modo di rapportarsi con gli altri, soprattutto in termini di ospitalità, pasti, danze e altre realtà locali. In altre parole, posso dire che ogni dipartimento ha una propria mentalità su certe cose, a tutti i livelli.

Come primo missionario salesiano africano in Bolivia (insieme a Rolphe Paterne Mouanga, missionario a Santa Cruz), la mia esperienza finora è stata positiva, e soprattutto segnata dalla gioia legata all’accoglienza dei confratelli dell’Ispettoria. Questo significa che sono molto ben accolto e accettato con amore dai confratelli locali e dai missionari con cui già sto condividendo la vita.

In effetti, il calo delle vocazioni in tutto il Paese, e in particolare tra i salesiani, rimane una sfida importante. Ci sono molti giovani, ma non si sentono pronti a servire Dio come religiosi nella Chiesa. In realtà, preferiscono servire la Chiesa, ma in modo diverso.

Da quando sono in Bolivia, ho vissuto in due dipartimenti, Chuquisaca e Cochabamba. A questo proposito, l’apertura di alcuni giovani e laici verso gli altri, gli stranieri, cambia molto da un dipartimento all’altro. In altre parole, chi vive in città, ad esempio, ha la capacità di accettare e vivere con gli altri, anche se non mancano curiosità e reticenze culturali. Chi invece vive ancora in zone un po’ periferiche, e soprattutto chi non ha mai avuto l’opportunità di vivere con uno straniero, nei primi tempi ha una certa reticenza nei suoi confronti, ma man mano che ci si abitua diventa molto aperto. In altre parole, è un processo che richiede molta pazienza.

Attualmente vivo in un villaggio che collega diverse zone minerarie, dove la popolazione è accogliente, anche se i fedeli cattolici non partecipano molto alle varie attività liturgiche. Quanto ai giovani, preferiscono lavorare in miniera per guadagnare qualcosa piuttosto che venire a Messa o fare servizio in parrocchia.

In conclusione, sono molto contento della mia esperienza missionaria in Bolivia come salesiano africano, e ho l’intenzione di implorare sempre Dio perché susciti vocazioni per rispondere alla sua chiamata in questa terra sudamericana.

InfoANS

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