Di fronte ad un folto e qualificato uditorio, per primo ha preso la parola Mons. Pasquale Iacobone, Presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, che ha presentato il lavoro dell’istituzione da lui presieduta e la rilevanza del complesso delle catacombe “un tesoro che non è fatto solo di arte e archeologia, ma anche di contenuti e di messaggi”, come ha esordito. Poi, con riferimento anche al tema della speranza, che accompagnerà il Giubileo del prossimo anno, il presbitero ha osservato anche: “Le radici della speranza cristiana si possono rintracciare proprio qui, nelle Catacombe”.
Proseguendo sul tema del restauro, Mons. Iacobone ha rimarcato la rilevanza di tale recupero, che valorizza “il cuore” delle catacombe di San Callisto. E ha poi manifestato ancora la “gioia profonda” dell’appuntamento: “gioia nell’incontrare il messaggio, nell’incontrare l’arte, nell’incontrare questa natura curatissima dai nostri amici salesiani: questo è un luogo che vogliamo sia quanto più possibile accogliente” ha rimarcato il presbitero, lanciando anche l’idea di ulteriori appuntamenti durante l’Anno Santo del 2025.
Da parte sua, don Saimy Ezhanikatt, Direttore dell’Istituto Salesiano “San Callisto”, nel dare il benvenuto a tutti i presenti, ha sottolineato il valore della custodia salesiana delle catacombe. “Il buon Pio XI, che aveva conosciuto Don Bosco e intuito il bene che la Congregazione Salesiana avrebbe potuto fare attraverso l’accoglienza dei pellegrini e dei visitatori in questo luogo tanto importante per la Chiesa dei primi secoli, decise di affidare la custodia delle Catacombe di San Callisto ai Salesiani di Don Bosco” ha condiviso.
E poi, passando all’oggi, ha raccontato: “Ci sforziamo di proporre sia una visita turistica attenta alla dimensione storica e culturale, sia, soprattutto, un vero e proprio itinerario spirituale, un confronto con la fede delle prime generazione cristiane vissuto attraverso l’illustrazione dei simboli, dei sepolcri, delle testimonianze martirali di questo luogo”.
Sul tema proprio del restauro ha parlato il Prof. Vincenzo Ruggieri, Presidente della “Fondazione Paola Droghetti onlus”, l’ente che ha finanziato il restauro del palinsesto. Questi, dopo aver illustrato la figura di Santa Cecilia e il suo ruolo anche come patrona della Musica Sacra, ha citato proprio l’archeologa Paola Droghetti, a cui è intitolata la fondazione, per spiegare le difficoltà di tale lavoro. “Il restauro nelle catacombe è particolarmente complicato per la natura dello stesso sito: condizioni di umidità, spazi ristretti, poco illuminati e poco areati… tutte cose che richiedono strumenti specifici, pianificazione attenta, competenze particolari e approccio attento e delicato” ha riportato.
L’evento è poi proseguito con la proiezione di un video di circa un quarto d’ora che ha dato testimonianza nel dettaglio dei lavori compiuti.
Da ultimo ha preso la parola la dott.ssa Barbara Mazzei, della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e Direttrice dei Lavori, che ha ringraziato le restauratrici che hanno eseguito l’opera, Maria Gigliola Patrizi e Giovanna Prestipino, l’équipe di Loredana Luvidi, dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Centro Nazionale delle Ricerche, che ha accompagnato i lavori.
L’appuntamento si è concluso con la possibilità, per tutti, di accedere alle catacombe e ammirare il nuovo, restaurato palinsesto, ed infine con un momento di agape fraterna.
Il video dell’evento resta disponibile sul canale YouTube di ANS.
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