Un legame familiare che risale a Valdocco
Mario Giuseppe Francesco Bergoglio, padre di Jorge (il futuro Papa Francesco) era originario del Piemonte, la patria di Don Bosco: nacque ad Asti e da lì emigrò a Torino. Frequentava la Basilica di Maria Ausiliatrice costruita da Don Bosco, quando la Casa Generalizia dei Salesiani di Don Bosco era ancora a Valdocco. In virtù di questa vicinanza, e a riprova di ciò, quando emigrò in Argentina nel 1929, portò con sé una lettera di raccomandazione per i salesiani di Buenos Aires. Quando arrivò in Argentina, soggiornò presso i salesiani della chiesa Mater Misericordiae, storica meta della Prima Spedizione Missionaria Salesiana del 1875.
Una famiglia formatasi grazie all’amicizia di un salesiano e consacrata nel santuario di Maria Ausiliatrice
Nella casa salesiana di Mater Misericordiae Giuseppe Francesco Bergoglio conosce don Enrico Pozzoli, che diventa suo confessore. Questi presentò Mario Bergoglio ai fratelli Sivori, e il giovane emigrato italiano si innamorò di Regina Maria Sivori, con cui convolò a nozze il 12 dicembre 1935, nella basilica salesiana di Maria Ausiliatrice e San Carlo nel quartiere bonaerense di Almagro. Dalla loro unione nacquero cinque figli, di cui Jorge Mario era il maggiore.
Battezzato da un sacerdote salesiano in una parrocchia salesiana
Un anno dopo il matrimonio, il 17 dicembre 1936, nacque Jorge Mario Bergoglio. Lo stesso don Pozzoli lo battezzò, il 25 dicembre 1936, nel battistero della Basilica di Maria Ausiliatrice e San Carlo ad Almagro. Chiunque visiti oggi questo luogo può vedere un cartello che indica che proprio lì, in questo spazio eminentemente salesiano, è iniziato il cammino all’interno della Chiesa di colui che sarebbe passato alla storia come il primo Papa latino-americano.
Allievo salesiano al sesto anno di scuola
Fu sempre don Pozzoli (che il futuro Papa Francesco definì “padre spirituale della famiglia” in una lettera del 1990) a fare in modo che Jorge Mario e il suo secondo fratello, Óscar Adrián, entrassero come convittori nella scuola salesiana di Ramos Mejía, presso Buenos Aires. Lì frequentò il sesto anno di scuola primaria (classe 6 B, per essere più precisi). La permanenza nelle aule salesiane, anche se di un solo anno, è stata decisiva: alla luce dell’opera dei figli di Don Bosco è nata la sua vocazione sacerdotale. Come ricordò lo stesso Papa Francesco: “Sentii la vocazione per la prima volta a Ramos Mejía, durante il mio sesto anno di scuola, e ne parlai con il famoso ‘pescatore’ di vocazioni, don Martínez SDB, ma poi iniziai la scuola secondaria, e ciao [dovetti passare in un’altra scuola]”.
La maturazione della sua vocazione sacerdotale sotto il calore salesiano
Ancora don Pozzoli, nel 1955, parlò con i genitori di Jorge Mario e li convinse ad accettare la vocazione sacerdotale del loro primogenito. Fu nell’anticamera della basilica salesiana di Almagro che Bergoglio maturò la sua scelta per la Compagnia di Gesù nel 1957, dopo la polmonite e l’operazione ai polmoni. Mentre Jorge Mario si preparava a entrare nei Gesuiti, e per evitare che trascorresse troppo tempo lontano da una casa religiosa, don Pozzoli ottenne dall’Ispettore salesiano il permesso che Bergoglio trascorresse le vacanze con i chierici salesiani nella casa di Tandil, per poi trasferirsi da lì al noviziato dei Gesuiti, come racconta don Alejandro León nel suo libro già citato.
Una devozione salesiana a favore dei coadiutori gesuiti: il sig. Zatti
Nel 1976, quando era Superiore Provinciale dei gesuiti nel suo Paese (1973-1979), notò con preoccupazione il declino delle vocazioni argentine per i coadiutori della Compagnia di Gesù. Sentiva che erano in imminente estinzione. Fu lì che incontrò la figura di Artemide Zatti, coadiutore salesiano e italiano immigrato in Argentina come suo padre, al quale chiese una soluzione a questo problema. Come raccontato dallo stesso Bergoglio in una lettera del 1986, nel luglio del 1977 entrò il primo giovane coadiutore, a cui seguirono nuove vocazioni negli anni successivi, al punto che nell’anno della lettera poteva scrivere “da quando abbiamo iniziato le suppliche al sig. Zatti, sono entrati e hanno perseverato 18 giovani coadiutori”, oltre ad altri cinque che se ne erano andati, per un totale di 23. Anni dopo, nel 2002, don Zatti è stato beatificato e nel 2022 lo stesso Bergoglio, ormai Papa Francesco, lo ha canonizzato.
Tifoso di una squadra di calcio fondata da un sacerdote salesiano
Per tutta la vita, Papa Francesco è stato tifoso di una squadra di calcio: il San Lorenzo de Almagro, fondata nel 1908 nello stesso quartiere in cui viveva la famiglia di Bergoglio, da don Lorenzo Massa, sacerdote salesiano. In qualità di Pontefice, ha ricevuto i giocatori e i funzionari del San Lorenzo in occasione della vittoria della Copa Libertadores nel 2014. Nel settembre 2024 sono stati nuovamente ricevuti in Vaticano dal Papa, che accolse con favore la notizia che il futuro stadio della squadra porterà il suo nome.
Un Papa vicino alla figura e all’opera di Don Bosco
Nel corso del suo Pontificato, Papa Francesco ha espresso in più di un’occasione la sua ammirazione per la figura di Don Bosco Santo, nonché la sua vicinanza ai salesiani. Si ricorda la sua visita alla Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, il 21 giugno 2015, in occasione del bicentenario della nascita di Don Bosco. Alla Giornata Mondiale della Gioventù 2019, evocò con grande affetto Don Bosco come esempio di chi seppe vedere con lucidità i bisogni dei giovani della propria realtà. E in mezzo a molti altri segni e gesti, la nomina a cardinale, nel 2023, dell’allora Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, che nei prossimi giorni parteciperà allo storico conclave in cui verrà eletto il successore di Francesco.
David Franco Córdova, esperto di storia salesiana in Perù
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