Italia – “Alto el fuego”: il dramma e la speranza dei bambini soldato
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27 Gennaio 2017

(ANS – Roma) – Oltre 50 anni di conflitto armato in Colombia tra FARC, ELN, i Paramilitari e lo Stato hanno lasciato sul campo otto milioni di vittime. In tutto questo tempo migliaia di bambini hanno fatto parte dei gruppi armati e sono diventati vittime a loro volta, perché la loro infanzia è rimasta attaccata alle armi, la foresta è stata la loro unica casa e il battaglione la loro sola famiglia. Per questo la Procura Missionaria Salesiana di Madrid presenta giovedì 2 febbraio, a Roma, il documentario “Alto el fuego” (Cessate il fuoco) sul processo di riabilitazione personale e il reinserimento sociale dei bambini soldato realizzato dai Salesiani.

L’utilizzo dei minori come soldati è una pratica molto diffusa nei paesi in guerra: sono una manodopera a basso costo, facilmente manipolabile, poco esigente, leale, che si sostituisce con facilità, che costa poco alimentare, che genera meno sospetti nelle file nemiche, e costituiscono perfetti accompagnatori e schiavi sessuali... Si calcola che in Colombia ci siano ancora tra gli 8.000 e i 14.000 bambini soldato.

Sottratti all’eduzione per anni, i minori allontanati dal conflitto vengono accolti presso l’opera dei Salesiani “Ciudad Don Bosco” di Medellin, che negli ultimi 14 anni ha accompagnato oltre 2.300 ex bambini soldato. Il programma “Construyendo sueños” (Costruendo Sogni) li accoglie, ne cura il recupero e li educa, aiutandoli a superare i traumi subiti attraverso una pedagogia della fiducia, trasformando le loro paure nel desiderio di imparare, e insegnando loro un mestiere, affinché possano reinserirsi nella società e ricongiungersi con le famiglie.

Il documentario “Alto el fuego”, diretto da Raul de la Fuente, ripercorre in 21 minuti le paure, i sogni e le speranze dei protagonisti, Catalina e Manuel. Racconta il loro ingresso nella guerriglia, la fase di de-militarizzazione, il processo di ricostruzione personale nella casa salesiana e i loro sogni per un futuro di pace e come attori e costruttori di quella stessa pace. “Voglio comprarmi una casetta... no, una grande casa! Voglio andare all’Università, pensare in grande…”, dice Catalina che si è appena diplomata in Arti Grafiche a Ciudad Don Bosco.

Nelle prossime settimane il documentario verrà presentato in diverse sedi: la prima presentazione è prevista nella giornata del 2 febbraio prossimo, a Roma, dove interverranno Catalina e Manuel, giovani sottratti alle FARC in Colombia; Rafael Bejarano, salesiano e Direttore di “Ciudad Don Bosco” a Medellin; e James Areiza, educatore e responsabile dei programmi di Protezione dell’Infanzia a “Ciudad Don Bosco”. Successivamente il documentario sarà presentato anche a Bruxelles, Bonn e Madrid.

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