RMG – Partire deve essere una scelta, non l’unica strada

24 Agosto 2017

(ANS – Roma) – Oggi più che mai il tema dei migranti si impone al centro dell’attenzione mediatica, invitandoci ad una riflessione seria e approfondita. Per molti giovani, provenienti dall’Africa subsahariana, partire significa ricercare una vita migliore, fuggendo da un destino di miseria e povertà e, spesso, da guerre e persecuzioni.

Ma il viaggio si rivela inaspettatamente terribile: finiti in mano a realtà criminali subiscono maltrattamenti e torture, vengono trattati come animali, con poca acqua e poco cibo, non di rado uccisi per prelevare e vendere i loro organi. La tratta degli esseri umani rappresenta un vero e proprio business dell’orrore.

“Missioni Don Bosco” insieme all’ONG Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS) ha voluto accogliere l’appello di Papa Francesco perché la comunità internazionale superi l’indifferenza globale di fronte alle stragi di cui sono vittime i migranti. Con la campagna “Stop Tratta” si è scelto di avviare nei Paesi dell’Africa Subsahariana un ampio programma di sensibilizzazione e formazione perché chi decide di partire sia informato dei gravi rischi che affronterà, e chi vuole restare abbia opportunità concrete.

Dal 2008 circa il 75% dei giovani che approdano sulle coste italiane è formato da minori stranieri non accompagnati o anche minori separati; sono di 80 nazionalità diverse, ma la maggior parte proviene da Egitto, Gambia, Guinea, Senegal, Tunisia e Pakistan.

Lo ha ricordato anche Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: i migranti minorenni sono “tre volte indifesi perché minori, perché stranieri e perché inermi, quando, per varie ragioni, sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e separati dagli affetti familiari”.

Paola Schinelli, cooperante del VIS in Senegal, racconta così la realtà dei giovani che decidono di lasciare il proprio paese per inseguire il sogno Europa: “Si parla di migrazione e l’immagine che si stampa nella nostra testa è quella di piccoli gruppi di uomini, adulti, pronti ad affrontare qualsiasi cosa pur di arrivare in Europa e di trovare un’opportunità per sé e per la propria famiglia rimasta in terra natia. La realtà è diversa: sono soprattutto giovani ragazzi, minori che viaggiano soli, perché loro sono la speranza per il futuro, un futuro radioso per l’Africa che aspetta; per quelle famiglie, madri e padri, che hanno rinunciato a veder farsi uomo un figlio in cambio di un po’ di soldi, che faranno vivere meglio sorelle e fratelli più piccoli”.

Ulteriori informazioni sul sito “Missioni Don Bosco”.

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