Filippine – Eruzione del vulcano Mayon: l’opera salesiana a Legazpi coordina l’azione sociale della diocesi

29 Gennaio 2018

(ANS – Legazpi) – Ultimi aggiornamenti sulla situazione nell'area attorno al vulcano Mayon – vicino alla comunità salesiana di Legazpi – che continua ad eruttare dal 22 gennaio scorso: il Centro di Formazione Professionale “Don Bosco” dista circa 24 km dal vulcano Mayon, mentre l’area dichiarata come a rischio dal governo è quella entro i nove km dal vulcano. Il centro pertanto può ritenersi al sicuro. Inoltre l’opera salesiana si trova nella parte collinare di Legazpi, a circa 70 metri sul livello del mare, cosa che la rende molto più sicura rispetto ad altre aree della provincia.

di don Ronil Javines, SDB

Per l’opera salesiana attualmente la possibile conseguenza dell’eruzione è la caduta di ceneri – ma il vento contrario sta impedendo tale circostanza. L’opera salesiana dunque è impegnata a coordinare l’azione sociale della diocesi, aiutando le persone ad abbondare le aree a rischio.

I responsabili dell’azione sociale della Chiesa Cattolica nelle Filippine hanno chiesto aiuti per soccorrere e ricollocare le famiglie colpite dall’eruzione del vulcano Mayon, nella Provincia di Albay. Oltre 70.000 sono state già trasferite in rifugi temporanei in questa settimana, mentre il vulcano innalzava colonne di ceneri alte fino a 10 km.

Per la diocesi di Legazpi i più colpiti sono agricoltori che vivono e lavorano all’interno della zona a rischio permanente, entro i sei km dal vulcano. “Le loro vite sono ora spezzate e i loro mezzi di sostentamento improvvisamente inaccessibili: ecco perché hanno bisogno di tutto l’aiuto che potremmo dare loro” hanno dichiarato dalla diocesi.

I bisogni immediati delle comunità colpite includono stuoie per dormire, zanzariere, coperte, maschere per proteggere il volto, kit per l’igiene, legna da ardere, cibo, acqua, servizi igienici e cucine comunitarie. Le parrocchie della diocesi hanno già attivato i rispettivi comitati parrocchiali di risposta alle catastrofi e creato delle mense. Sono state aperte anche diverse strutture ecclesiali per ospitare gli sfollati più vulnerabili, come le donne incinte e che allattano, le persone con disabilità e gli anziani. Il Consiglio Nazionale del Governo per la Riduzione e la Gestione dei Rischi da Calamità ha anche annunciato di aver già preparato beni di prima necessità per gli sfollati.

Il 22 gennaio scorso l’Istituto Filippino di Vulcanologia e Sismologia ha innalzato al livello di allerta 4 il giudizio sul vulcano Mayon e sconsigliato alla popolazione di entrare nell’area a rischio, nel raggio di 9 chilometri. Il vescovo di Legazpi, mons. Joel Baylon, ha inviato nell’occasione una lettera pastorale invitando tutti i fedeli della sua diocesi “ad aprire nuovamente le vostre case e ad accogliere alcuni dei nostri fratelli e sorelle ... Se per qualche ragione questo non fosse possibile, possiamo almeno prendere in considerazione l’idea di permettere a costoro di utilizzare i nostri bagni?”.

Mount Mayon è il vulcano più attivo delle Filippine e ha eruttato oltre 50 volte negli ultimi 500 anni. La sua eruzione più distruttiva ebbe luogo il 1° febbraio 1814, seppellendo la città di Cagsawa e causando la morte di almeno 1.200 persone. Nell’ultima settimana il vulcano ha espulso 6,2 milioni di metri cubi di materiali vulcanici, tra cui rocce fuse, con emissioni di anidride solforosa ad una media di 2.466 tonnellate al giorno.

Fonte: AustraLasia

InfoANS

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