Il cristiano, quando ne fa uso, deve essere responsabile e assumere sensibilità etica. Se si usano con saggezza, le reti sociali offrono una valida risposta a quel desiderio di verità e unità tipico dell’essere umano. Trasmettere informazioni al mondo, va oltre il semplice scambio di dati. Significa piuttosto entrare in una rete sociale, attraverso scambi interpersonali. Le nuove tecnologie, usate responsabilmente, potenziano la comunicazione, il dialogo, lo scambio, la solidarietà e la creazione di relazioni positive.
La comunicazione digitale, però, può anche impoverirsi, se viene usata in modo distorto o se finalizzata solo a creare un’immagine autoreferenziale. Lo stile cristiano, nel mondo digitale, deve essere caratterizzato da una comunicazione schietta e aperta, responsabile e rispettosa dell'altro.
Comunicare il Vangelo attraverso i nuovi media non significa solo inserire contenuti religiosi sulle varie piattaforme. Nel proprio profilo, si devono dare testimonianze coerenti, comunicare preferenze, opinioni e giudizi, che siano in linea con il Vangelo. Si deve prendere coscienza che il valore di quello che si condivide va oltre la popolarità o il numero di “likes” ricevuti. La Verità contenuta nel Vangelo non può essere trasformata in un oggetto di facile consumo. Al contrario, va intesa come un dono del quale si può fruire liberamente.
I cristiani devono dunque unirsi con fiducia e creatività a questa rete di relazioni che l’era digitale ha reso possibile, non per soddisfare un semplice desiderio di essere presenti, ma perché questa rete è ormai parte integrante della vita quotidiana.
La proclamazione del Vangelo suppone una forma di comunicazione rispettosa e discreta, che stimoli il cuore e muova la coscienza; una forma che rievochi lo stile di Gesù risorto.
La Verità, che è Cristo, è in definitiva la risposta piena e autentica a quel desiderio umano di relazione, comunione e significato, che si manifesta anche nella massiccia partecipazione ai vari social network.