Sudafrica - "La ragione della nostra missione e della nostra scelta di vita": il Primo Annuncio e la Missione Salesiana

24 Agosto 2018

(ANS - Johannesburg) – “Nel contesto contemporaneo ci sono molte persone che non conoscono il Vangelo, altri hanno lasciato per vari motivi e un ulteriore gruppo vive come se non esistesse Gesù Cristo", dichiara don Martin Lazarte, del Dipartimento per la missioni. A Johannesburg dal 13 al 19 agosto, si è tenuto il seminario continentale africano sul tema: “Primo annuncio e la missione salesiana”, con la partecipazione dei delegati per l'Animazione Missionaria (DIAM) dei salesiani e del coordinatore di Animazione Missionaria delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

"Questa riflessione sul primo annuncio - spiega P. Lazarte - non è un argomento nuovo. È la ragione della nostra missione e della nostra scelta di vita come salesiani in mezzo ai giovani".

La sfida dei missionari salesiani nel mondo non è fare cose, costruire grandi scuole, trasformare strutture; fondamentalmente si caratterizza nell’ "annunciare Gesù Cristo”. "C'è un compito: riproporre il Vangelo nei luoghi in cui siamo". "Una sfida: annunciare Gesù Cristo".

"Portare il Vangelo ai giovani è il compito principale", ha insistito P. Lazarte. La missione salesiana può spesso limitarsi ad attività semplici, perdendo l'essenziale che è l'annuncio di Gesù Cristo, ma non è solo quello di annunciare. La finalità è quella di facilitare e far vedere Gesù Cristo con la nostra vita, con la nostra testimonianza, in un clima eminentemente salesiano.

Su questo tema si è riflettuto in America (Belo Horizonte), Asia (Sampran) ed Europa (Fatima). Scopo della riunione quello di approfondire la considerazione sul "primo annuncio". Una riflessione acquisita negli ultimi otto anni da SDB e FMA, evidenziata in vari contesti missionari come scuole, parrocchie, missioni rurali, oratori e opere sociali.

Questa riflessione pone ogni missionario in un atteggiamento di evangelizzazione permanente, con la capacità di testimoniare e offrire il centro propulsore del Vangelo ai cuori dei nostri giovani.

L'importanza del criterio "oratoriano" è stata sottolineata come luogo di accoglienza, testimonianza e contatto personale. Non ne sono state escluse le famiglie, evidenziando l'importanza degli itinerari di "insegnamento religioso" in un contesto multi-religioso.

Nelle parrocchie e nelle missioni rurali il ruolo determinante delle "piccole comunità cristiane" è stato sottolineato quale luogo e mezzo per l'annuncio e le visite alle famiglie. Sottolineata inoltre la "qualità" del processo catechistico e la formazione dei catechisti, nonché l'importanza delle associazioni giovanili, come luogo privilegiato per i giovani di incontrare Gesù.

InfoANS

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