Prima pubblichiamo, poi chiediamo scusa
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30 Marzo 2016

Nell’ultimo fine-settimana sui media sono state pubblicate centinaia di notizie sulla presunta morte di un missionario salesiano. Tutte notizie originate da un’omelia in cui la morte del religioso era data per certa.

La notizia è stata pubblicata in rete e si è andata diffondendo tra i media durante tutto il fine-settimana; sfortunatamente, così si è andati avanti, senza che si verificassero le fonti ufficiali, e in poche ore questa voce si è diffusa attraverso i 5 continenti. È stata replicata su Facebook, Twitter e si sono aggiunti anche alcuni canali televisivi, i quali hanno annunciato ufficialmente la morte del sacerdote nelle mani dei terroristi.

Sembra che per i comunicatori mettere in risalto la spettacolarità di una situazione, in questo caso “un sacerdote assassinato il Venerdì Santo, come Cristo”, sia più interessante che arrivare alla verità di una questione. La conseguenza di questo tipo d’ informazione è la sua trasformazione in una bomba a orologeria, che prima provoca confusione sulle reti sociali e poi una paura insospettata tra le persone, soprattutto perché si considera che il messaggio è ricevuto da persone vicine e degne di fiducia.

Nella dinamica delle reti sociali ognuno di noi è protagonista della diffusione delle informazioni; da ciascuno di noi dipende il corso che avrà una storia; alle volte è sufficiente un “mi piace” affinché tutti i nostri amici ricevano immediatamente una notifica che abbiamo trovato qualcosa che per noi è rilevante. È quindi consigliabile prendere alcune precauzioni prima di dare credito a tutto ciò che appare sulla nostra pagina, ma soprattutto, prima di condividere informazioni con i nostri “amici” sulla rete. Gli esperti di comunicazione consigliano di prestare attenzione alla veridicità delle informazioni e verificare le fonti di prima mano, soprattutto quando dalle notizie dipende la dignità e, ancor più, la vita di una persona; in caso di dubbio, asteniamoci dal replicarla.

Nel replicare sulla nostra pagina una determinata notizia, dobbiamo essere coscienti delle conseguenze che comporta per la nostra “rete di amici” la posizione che abbiamo al riguardo. Se vogliamo ritenerci persone degne di fiducia, siamo obbligati a non seguire la logica della confusione e della disperazione e ancor meno seminare paura tra le persone; come produttori e moltiplicatori d’informazione, il nostro obiettivo è sempre quello di seguire la logica del rispetto e della verità. Come dice il Santo Padre: “Perché ci sia pace in una comunità, in una famiglia, in un paese e nel mondo, dobbiamo cominciare a stare con il Signore. Perché dove c’è il Signore… c’è fratellanza. Chiediamo questo al Signore: di non uccidere mai il prossimo con la nostra lingua”.

InfoANS

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