Durante la cerimonia pubblica, la senatrice Miriam Boyadjian ha consegnato alla missione un Diploma d’Onore del Senato della Repubblica, in riconoscimento dell’importante lavoro educativo svolto nella provincia. “È necessario dare riconoscimento a questi pionieri che, guidati da mons. Giuseppe Fagnano, giunsero 125 anni fa in queste terre inospitali, per evangelizzare ed educare la popolazione. La Missione Salesiana è alle origini di Río Grande, per questo fa parte della nostra identità”, ha manifestato.
Da parte sua, la governatrice della provincia della Terra del Fuoco, l’Antartide e le Isole dell’Atlantico del Sud, Rosana Bertone, presente con gran parte della sua giunta, ha commentato che “Don Bosco sognò questa terra e il lavoro dei Salesiani fu fondamentale per la Terra del Fuoco”.
La governatrice ha anche sottolineato l’importanza dei salesiani per la crescita della comunità: “sono stati centrali anche nel processo di costruzione dell’identità locale”, e ha poi aggiunto che “lo spirito salesiano nella nostra regione deve servire a trasmettere ai giovani un servizio di attenzione al prossimo e alle loro necessità, sempre alla ricerca del bene comune”.
Entrambe le signore hanno preso parte anche assistito all’Eucaristia celebrata nella cappella storica, recentemente restaurata per iniziativa dell’impresa “Total”, dalla Cooperativa Elettrica e dall’Unità di Detenzione locale.
“È motivo di orgoglio poter essere oggi all’interno di questa storica cappella, dove tanti Salesiani avranno lavorato per la Missione, ma anche per la città – ha dichiarato il sindaco della città, Gustavo Melella –. Oggi è una giornata di festa per tutti. È l’edificio storico della città, il più antico, e rappresenta è l’impegno dei missionari, l’avvio del lavoro salesiano, ha quindi a che fare con l'educazione, con l’inclusione sociale, con l’intraprendenza… La verità è che significa molto per la città”.
Infine, l’Ispettore dell’Argentina Sud, don Honorio Caucamán, in una lettera scritta per l’anniversario, ha condiviso un messaggio di gratitudine per tutto ciò che è accaduto in questi 125 anni e ha anche ricordato: “la parola ‘grazie’ ci rimanda alla ‘Grazia’, all’esperienza dell’Amore di Dio che viene dato, ‘senza aspettarsi nulla in cambio’… GRAZIE è sapere che eravamo e siamo famiglia. E in famiglia non ci sono meriti, ma si accoglie e si dona, ci si riconcilia e ci si sostiene… GRAZIE perché ciò che viviamo non è improvvisato, ma è costruito su base quotidiana”.
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