Perù – Un terremoto che ha distrutto persino il ricordo: “Soccorriamo i nostri fratelli sofferenti dando loro cibo e riparo”

18 Giugno 2019

(ANS – San Lorenzo) – È scritto in una canzone di Julio Jaramillo: “Odiami, per pietà te lo chiedo… Odio chiedo, più che indifferenza”. Sembra che proprio “l’indifferenza” abbia nascosto la situazione delle persone che vivono nell’Amazzonia Peruviana. Un mese fa, il 27 maggio, quella regione è stata scossa da un forte terremoto che sembrava non avesse causato danni, ma solo perché nessuno si è ricordato degli abitanti della zona. I salesiani, che camminano con i bambini e i giovani più bisognosi, chiedono che l’oblio non seppellisca le speranze di aiuto e sostegno a quei popoli dimenticati, tra i quali i salesiani lavorano e donano la loro vita come fece don Luigi Bolla.

“La regione più grande e più ricca di biodiversità del Perù è l’Amazzonia – afferma E. Ortiz – la quale copre il 60% del territorio del Paese. Conta 31 ecosistemi e 14.712 specie animali, e ospita una pluralità di culture ancestrali e oltre 60 gruppi etnici”. Eppure la regione è la più dimenticata di tutte, per l’indifferenza dei governi.

I salesiani vi sono presenti dal 2001. La loro area di missione si trova nel dipartimento di Loreto, nelle comunità indigene di San Lorenzo, San Fernando e Kuyuntsa, dove accompagnano oltre 8.000 bambini, adolescenti, giovani e comunità.

Da molti anni sono stati avviati progetti a favore delle comunità. A San Lorenzo ci sono una parrocchia, diverse cappelle, e un servizio itinerante nelle comunità indigene e lungo le rive del fiume Marañón, nell’ambito del Progetto VIS-Achuar. A San Fernando c’è il Centro di Formazione Interculturale “Yánkuam Jintia”, con diverse cappelle; mentre a Kuyuntsa sono attive delle parrocchie, servizi missionari itineranti e convitti per giovani indigeni.

L’Amazzonia ha bisogno che siano ricostruite le infrastrutture del Centro di Formazione Interculturale “Yánkuam Jintia” di San Fernando, danneggiato dal terremoto, per continuare a fornire un’educazione tecnica di qualità e formazione umano-cristiana ai giovani indigeni delle etnie Achuar, Kandozi, Mestizos e Quechua.

Inoltre, la struttura della casa d’accoglienza per ragazze indigene della Compagnia Missionaria di San Lorenzo deve essere riparata, mentre altre due cappelle missionarie dovrebbero essere restaurate per continuare a “evangelizzare educando ed educare evangelizzando”.

Ora è il momento di soccorrere con cibo e riparo i fratelli e sorelle colpiti nelle comunità indigene di San Lorenzo, San Fernando e Kuyuntsa, che la società e il governo hanno dimenticato.

InfoANS

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