Siria – Il vero senso della vita di un Salesiano è stare tra i giovani, costi quel che costi

06 Maggio 2016

(ANS – Aleppo) – Mentre le agenzie internazionali riportano che la tregua di 72 ore ad Aleppo, proclamata dopo gli intensi scontri dei giorni scorsi, è già stata violata, don Pier Jabloyan, salesiano di Aleppo, racconta in un’intervista la sua visione sulla guerra attuale, i giovani, il presente e il futuro, la quotidianità in tempo di conflitto armato… e su qual è, in definitiva, “il vero senso della vita di un salesiano”.

Cosa ti fa più paura: il rumore delle bombe o il cortile vuoto?

Quando il cortile è pieno di ragazzi e giovani vuole dire che c’è che ancora speranza per un presente e futuro migliore. Come una volta ha detto il Rettor Maggiore Emerito, Don Pascual Chávez: i giovani non sono soltanto una risorsa per il futuro, i giovani sono una risorsa per il presente!

Per questo, i rumori delle bombe di sicuro passeranno, ma quando non ci sono i giovani, non promette bene...

L’art. 18 delle Costituzioni, su lavoro e temperanza, riporta che il Salesiano è pronto a sopportare caldo e freddo, sete e fame, fatiche e disprezzo, ogni volta che si tratti della gloria di Dio e della salvezza delle anime. Penso che possiamo aggiungere anche la guerra e tutti i mali che ne derivano.

Cosa sta facendo adesso la vostra comunità?

Oggi la situazione è migliorata anche se si sentono ancora dei colpi. In comunità continuiamo la nostra vita: di mattino andiamo in due cappellanie, dalle suore Giuseppine che hanno un ospedale, e dalle suore Francescane. Poi ci ritroviamo per la meditazione e le Lodi. Quindi i lavori ordinari in casa: manutenzione, preparazione per le attività o vari incontri con giovani e non. Insomma, in qualche modo restiamo attivi.

Don Juan Vecchi, VIII Successore di Don Bosco, diceva: “i giovani ci salveranno”. Cosa significa per te questa frase in questo momento?

Penso che il vero senso della vita di un Salesiano è stare tra i giovani: loro ci danno il senso della nostra presenza… Don Bosco lo capì subito, quando incontrò per la prima volta Bartolomeo Garelli. È stato decisivo per lui, lì ha capito la sua missione è ciò che il Signore voleva da lui. E noi qui, come tantissimi altri Salesiani del mondo, condividiamo quello stesso sentimento che Don Bosco ha provato.

Noi andremo in Paradiso con i giovani che abbiamo salvato. In questo senso loro ci salveranno. Con le parole del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, nel suo discorso al CG27: i giovani sono il nostro roveto ardente!

Una preghiera, ancora: vogliamo divulgare la Giornata di Preghiera per la Siria, domenica 8 maggio. Grazie a tutti!

In segno di solidarietà con la popolazione siriana il Rettor Maggiore ha condiviso oggi su Facebook l’appello lanciato dallo stesso don Jabloyan per richiamare l’attenzione sullo “scandalo” della guerra. 

InfoANS

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