Italia – “In fondo, continuano ad essere giovani alla ricerca del senso della vita, di speranza nel futuro”: Festa di Don Bosco a Valdocco

03 Febbraio 2020

(ANS – Torino) – Si è conclusa la festa di Don Bosco a Valdocco, Torino, la città di Don Bosco. Come scriveva il Rettor Maggiore nel libro “La città di Don Bosco”, “la vera città del Santo erano i giovani”; infatti, il Santo dei Giovani si identificava con la città dove migliaia di ragazzi vivevano per strada, nei viali, nelle periferie, e si dedicava ad essi per dare loro tre cose: “una casa dove sentirsi famiglia, un padre che ascoltasse i loro problemi e un futuro promettente”.

La celebrazione della festa di San Giovanni Bosco è iniziata il 31 gennaio nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco, cuore pulsante della spiritualità salesiana. Le celebrazioni nella Basilica sono state continue e con vari gruppi.

Alle 11:00 ha presieduto l’Eucaristia mons. Heriberto Bodeant, vescovo di Melo, Paraguay. “In questa Casa Madre, in questo giorno santo dedicato a Don Bosco, non possiamo trascurare il fatto che ci sentiamo come il nucleo essenziale di una grande famiglia che vuole abbracciare i giovani del mondo”, ha detto p. Guido Errico, Rettore della Basilica, durante l’omelia.

I cortili di Valdocco erano pieni di giovani come ai tempi di Don Bosco e quando Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore, si è messo a salutare i pellegrini, sembrava che fosse lo stesso Don Bosco che andava incontro ai giovani che venivano da molte parti del mondo. Il X Successore di Don Bosco ha presieduto l’Eucaristia nel pomeriggio, alle 18:30, con i giovani del Movimento Giovanile Salesiano. Ha espresso loro con affetto: “Carissimi ragazzi e ragazze di tutti i luoghi del nostro bellissimo mondo salesiano, e voi tutti i presenti in questa bella Basilica di Maria Ausiliatrice, ho pregato per voi. Penso, miei cari giovani, che pregare per voi sia una bellissima espressione di affetto. Sappiate che la cosa più preziosa della nostra vita è Gesù Cristo, che ci ha conquistato e che è innamorato di noi... È l’unica e più grande cosa che Don Bosco ha offerto ai suoi ragazzi”.

L’ultima Eucaristia della giornata è stata presieduta dall’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, che nell’omelia ha ricordato l’opera di don Bosco per i giovani del suo tempo. “I giovani, come insegna Don Bosco, sono sempre presenti, anche se sembrano assenti: lo fanno con linguaggi inconsueti, ma molto chiari a chi sa interpretarli. Solo accogliendo e comprendendo questi linguaggi possiamo entrare nel loro mondo interiore e stabilire un contatto non solo esteriore, ma profondo e amichevole... In fondo, continuano ad essere giovani alla ricerca del senso della vita, di un affetto sincero, di gioia e speranza nel futuro”.

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