Perù – Don Diego Clavijo e due diaconi Achuar partecipano a “Tempo di ‘Amazzonizzarsi’ e Connettersi”: Pastorale Indigena Amazzonica
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07 Febbraio 2020

(ANS – Lima) – Vivere e accompagnare le popolazioni amazzoniche più bisognose non è più considerato dalla Chiesa Cattolica qualcosa per pochi “dispersi nella giungla”, come poteva essere il caso di don Luis (Luigi) Bolla. In uno dei suoi discorsi ai missionari, Papa Francesco ha detto: “Non abbiate paura di aprire nuove strade”, e oggi queste nuove strade sono “popoli amazzonici”, dimenticati da una società centralizzata nelle grandi città e da una Chiesa non ancora missionaria.

Il Papa non solo sostiene coloro che optano per questa opzione di vita e “amazzonizzano” la loro mente e il loro cuore, siano essi religiosi o laici; ma li incoraggia a continuare a rischiare e a continuare ad essere creativi nell’“aprire nuove strade e portare la Parola di Dio”.

Dal 28 al 30 gennaio, con la partecipazione di oltre cento persone giunte dagli otto vicariati apostolici del Perù, si è svolto un “Incontro di Pastorale Indigena Amazzonica”, sul tema “Dare seguito al percorso sinodale”. All’appuntamento, tenutosi nella “Casa San Francisco Solano” di Rímac (Lima), non potevano di certo mancare i salesiani, rappresentati da don Diego Clavijo e due diaconi permanenti.

L’evento è stato guidato dalla maggior parte dei vescovi amazzonici. Tra loro c’erano mons. Alfredo Vizcarra, vescovo del Vicariato di Jaén, e mon. Martín Quijano, missionario salesiano che nello scorso settembre ha assunto la direzione del Vicariato di Pucallpa.

Durante l’incontro si sono sentite le voci di molti indigeni, ma soprattutto è stata apprezzata la ricchezza culturale delle lingue in un Paese di 32 milioni di abitanti: attualmente ci sono 47 lingue indigene in Perù, quattro delle quali sono parlate nella regione andina e 43 in Amazzonia.

I diaconi Puanch Mukuin e Roman Saaan e infine don Clavijo, hanno fatto riferimento all’esperienza del “Diaconato permanente” nel popolo Achuar.

L’esperienza di inculturazione e la presenza pluridecennale del missionario salesiano di origine italiana don Bolla è stata, senza dubbio, ciò che più ha colpito coloro che non avevano mai sentito quel nome. Il suo successore tra gli Achuar, don Clavijo, ha spiegato il processo di inculturazione dei cinque diaconi permanenti Achuar, che guidano le rispettive comunità secondo gli insegnamenti della Chiesa Cattolica.

I diaconi Puanch e Roman, che non parlano fluentemente lo spagnolo, hanno raccontano la loro vita in lingua Achuar. “Don Bolla ci ha invitato a diffondere la Parola di Gesù nella nostra lingua, perché in questo modo è più facile raggiungere il cuore delle nostre famiglie. Lo abbiamo accompagnato attraverso le comunità e abbiamo imparato molto da lui”.

Fonte: Zenit

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