Italia – CG28: Continua la preghiera e lo studio, il confronto nelle commissioni e la fraternità

21 Febbraio 2020

(ANS – Torino) – Il Rettor Maggiore, Don Angel Fernandez Artime, ha fatto memoria del Capitolo Generale 20: “Per operare il discernimento e il rinnovamento necessari, gli storici non bastano, né i teologi, né i politici, né gli organizzatori: sono necessari gli uomini chiamati ‘spirituali’, uomini di fede, sensibili alle cose di Dio e pronti all’obbedienza coraggiosa, come lo fu il nostro Fondatore.”

È in questo contesto che le mattinate dei giorni 19-20-21 sono state dedicate alla riflessione e alla preghiera. Sul sito sdb.org, nella sezione dedicata al CG28, si trovano i tre interventi.

Don Rossano Sala, docente all’Università Pontificia Salesiana e già Segretario speciale del Sinodo sui Giovani, ha offerto la sua proposta di meditazione nel contesto del primo nucleo del tema capitolare: i giovani.

Ha preso in esame innanzi tutto i criteri ispiratori dell’azione di Gesù verso i giovani, e poi ha invitato a esaminare e confrontarsi con le ragioni profonde delle scelte vocazionali di Don Bosco. Queste hanno avuto alcuni momenti rilevanti nel confronto con la saggezza di don Cafasso e l’incontro con i giovani carcerati, nell’esperienza del sogno della pastorella, nel dialogo forte e deciso con la Marchesa di Barolo. L’incontro con questa santa donna, sinceramente preoccupata per la salute e la missione di Don Bosco in mezzo ai giovani, si è risolto nel giorno in cui il santo educatore ha comunicato la sua decisione:

“La mia risposta è già pensata. Ella ha danaro e con facilita troverà preti quanti ne vuole pe’ suoi istituti. Dei poveri fanciulli non è così. In questo momento se io mi ritiro, ogni cosa va in fumo, perciò io continuerò a fare parimenti quello che posso pel Rifugio, cesserò dall’impiego regolare e mi darò di proposito alla cura dei fanciulli abbandonati”.

Don Eunan McDonnel, Ispettore d’Irlanda, nel contesto del profilo del salesiano, ha subito ricordato che il tratto distintivo della spiritualità salesiana è la dolcezza e l'amorevolezza. “Non c’è niente di così forte come la dolcezza e niente di così dolce come la vera forza” (San Francesco di Sales).

La domanda “che tipo di Salesiani per i giovani di oggi” andrebbe arricchita con altre domande: “Cosa si aspetta Dio da noi, sappiamo cosa Dio vuole che siamo? Signore, che tipo di salesiani per i giovani di oggi?”.

Per cercare risposta è necessario imparare ad ascoltare, perché “se e quando ascoltiamo Dio, la sceneggiatura cambia. Non andiamo più secondo le nostre aspettative, ma scopriamo che Dio ci offre possibilità ancora maggiori di quanto avremmo potuto immaginare”. Di conseguenza, il discernimento diventa discernimento orante e “si può essere capaci di uno stile che è quello della contemplazione nell’azione, imitando Don Bosco” come ricordava anche il Beato Filippo Rinaldi: “Se vuoi vivere secondo lo spirito di Don Bosco non devi mai perdere di vista la sua vita interiore... continuamente unito a Dio nella preghiera”.

Don Luis Fernando Gutierrez, Delegato nazionale per la Pastorale Giovanile in Spagna, ha offerto la riflessione sul terzo nucleo: quello della condivisione con i laici della missione e della formazione.

C’è da assumere innanzi tutto lo stile sinodale, che ricorda come la missione sia un compito affidato da Dio, e di essa nessuno è il padrone.

Il discernimento è il cuore della pastorale, perché il suo primo compito è quello di incontrare Dio nella vita di ogni persona.

Per sostenere questo cammino è necessario che il salesiano viva nell’umiltà, che sostiene la via della mediazione: “Non dimentichiamo che siamo soltanto mediatori. Il problema della pastorale sono le mediazioni.” Il Battista è il modello: “Conviene che Egli cresca e io diminuisca”.

Il salesiano è chiamato ad abitare e condividere la tenda della missione, nell’unità e consequenzialità della vocazione e della missione nel nome di Don Bosco e del carisma salesiano: costruire il futuro con umiltà, gioia e speranza.

Nella seconda parte delle giornate sei tempi di lavoro sono stati dedicati allo studio e all’approfondimento della Relazione del Rettor Maggiore sullo stato della Congregazione.

Foto su ANSFlickr

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