Vaticano – Procede la Causa di martirio di don Elia Comini, SDB

27 Febbraio 2020

(ANS – Città del Vaticano) – Martedì 25 febbraio 2020 i Consultori storici della Congregazione delle Cause dei Santi hanno espresso parere positivo in merito alla Positio suppletiva super martyrio del Salesiano sacerdote don Elia Comini (1910-1944): Positio redatta dopo che in data 22 febbraio 2019 la medesima Congregazione aveva concesso che tale Causa, iniziata super virtutibus, potesse appunto essere studiata super martyrio, anche alla luce di nuove evidenze storico-documentali.

La Positio suppletiva consegnata in data 8 ottobre 2019 alla Congregazione delle Cause dei Santi fa emergere con chiarezza la vicenda del Servo di Dio legata all’eccidio nazista di Monte Sole (ottobre 1944): don Elia Comini e il Dehoniano padre Martino Capelli decisero lucidamente, la mattina del 29 settembre 1944, di accorrere verso la località “Creda di Salvaro” in comune di Grizzana (Bologna) per amministrare gli ultimi conforti della fede a un gruppo di agonizzanti vittime della barbarie nazista.

Lo fecero rimanendo chiaramente identificabili come sacerdoti, con la stola, gli oli santi e una teca contenente l’Eucaristia: erano invece consapevoli che restando in chiesa o nell’adiacente canonica non avrebbero corso alcun rischio. Subito catturati, furono spogliati delle loro insegne sacerdotali e pesantemente umiliati dalle SS, anche con il lavoro coatto duro: sono costretti a trasportare le munizioni su sentieri di montagna e vengono visti da poche testimoni sovraccarichi, stanchi, quasi deformati dallo sforzo, vicino a catene che forse li legavano. Sono quindi tradotti in prigionia e successivamente uccisi insieme a un gruppo di vecchi e inabili, in località Pioppe di Salvaro.

Negli istanti finali, una SS colpisce duramente le mani di don Elia Comini per obbligarlo a lasciare il Breviario; e don Elia stesso accompagna i morenti intonando le Litanie, mentre padre Capelli invoca il perdono e, colpito anch’egli, nei suoi ultimi istanti benedice i caduti e i compagni di agonia. Era la sera del 1° ottobre 1944.

Sulla base testimoniale e documentale si è cercato di accertare e dimostrare il martirio dei due religiosi, che esposero la propria vita solo per adempiere ai doveri sacerdotali e amministrare gli ultimi sacramenti ai moribondi. Nei giorni dopo l’eccidio della Botte di Pioppe di Salvaro, pur avendovi ucciso oltre 40 persone, le SS pare si siano vantate della sola morte dei due preti, con le parole “Zwei Pastoren kaputt” (due pastori spezzati).

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