Italia – CG28: l’amicizia e l’ascolto

02 Marzo 2020

(ANS – Torino) – Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, nell’omelia che sabato 29 febbraio ha rivolto ai Capitolari ha detto: “Nella comunità c’è bisogno di parole semplici, insieme ad esperienze di vita concreta e soprattutto tanta amicizia e ascolto reciproco: questo riesce ad arrivare direttamente al cuore delle persone, più di ogni altra cosa”. L’amicizia e l’ascolto reciproco fanno parte dell’aria che si respira in questi primi giorni di impegno capitolare.

“C’è un’atmosfera concentrata, intensa, una volontà costruttiva, tanta comprensione per gli spostamenti e qualche disagio necessario, ma il feedback di questo primo tempo è assolutamente positivo. La discussione sulla relazione del Rettor Maggiore e le sue risposte sono state perfette ed esemplari” ha affermato don Saimy Ezhanikatt, Segretario del capitolo e deus ex machina di tutta l’organizzazione.

Un’organizzazione che sta funzionando con ammirevole efficienza. Il lavoro “in squadra” è coordinatissimo: da dietro le quinte, dove stazionano a tempo pieno gli operatori della rete digitale che supporta tutte le forme della comunicazione, ai traduttori, agli addetti all’ospitalità e ai momenti liturgici; ma soprattutto ciò che conta di più è l’atteggiamento collaborativo dei capitolari.

Ottimo anche la Copertura mediatica di base, che punta a creare comunione tra i partecipanti del CG28 a Torino-Valdocco e ogni “Valdocco” locale nelle periferie della Congregazione. In questo caso i media digitali hanno la capacità di mettere sullo stesso piano il centro con le comunità e opere della periferia.

“Le commissioni e le sottocommissioni sono state create in pochissimo tempo e si sono immediatamente messe al lavoro” ha continuato don Ezhanikatt.

Le commissioni sono formate per aree linguistiche e suddivise a loro volta in sottocommissioni per favorire il massimo dialogo possibile. L’unica commissione un po’ diversa è quella che si occupa di questioni giuridiche, alcune delle quali sono urgenti e di non semplice soluzione.

Naturalmente c’è molta attesa per la settimana dal 16 al 21 marzo, la settimana delle elezioni, che può significare molto per comprendere l’orientamento della Congregazione.

In tutti c’è quella volontà “accesa” da Papa Francesco e che l’Arcivescovo sintetizza così: “La Chiesa non può accontentarsi di aspettare che ritornino i giovani, ma deve cercarli e incontrarli là dove sono, aprendo le porte, andando al largo, sfidando la tempesta sia culturale che ambientale, massmediatica e digitale… insomma, il nuovo mondo dove i giovani nuotano come il pesce nell’acqua”.

I frequenti momenti di preghiera nella Basilica di Maria Ausiliatrice, “luogo del cuore” di Don Bosco e di tutti i salesiani, sono sorsate alla sorgente di quella spiritualità che qui ha avuto origine.

Foto su ANSFlickr

InfoANS

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