Uruguay – Quando quasi tutti se ne vanno, i Salesiani restano

16 Giugno 2016

(ANS – Montevideo) – Il quartiere Marconi è la cosiddetta “zona rossa” di Montevideo. “Dicono che è la zona più pericolosa della capitale. Dicono che la polizia non ci va. Dicono che è un paradiso per criminali, spacciatori e giovani problematici. Dicono questo e molto di più, ma ci sono persone che dicono qualcosa di diverso”. Nel quartiere Marconi, scenario costante di violenze e di morte, è attiva la Scuola dei Mestieri Movimento Tacurú, dei Salesiani. A causa dell’insicurezza, quasi tutti i fornitori di servizi hanno lasciato il quartiere, mentre i Salesiani hanno deciso di rimanere per aiutare e accompagnare i giovani e le famiglie locali.

In questo contesto i Salesiani hanno deciso anzi di raddoppiare la loro opzione per i bambini e i giovani poveri e bisognosi, inaugurando, sabato 4 giugno, un nuovo oratorio nella casa Tacurú e celebrando l’Incontro dei Centri Giovanili con la partecipazione di 200 giovani e 50 animatori.

La Scuola dei Mestieri Don Bosco, fondata 40 anni fa, conta oggi centinaia di studenti che, seguiti da 45 insegnanti, frequentano corsi triennali per falegnami, elettricisti, parrucchieri e cuochi e che hanno anche la possibilità di completare il ciclo delle medie inferiori.

Da parte sua, don Rubén Avellaneda SDB, Direttore del Movimento Tacurú, ha chiarito che, dopo un incontro in assemblea, è stato deciso di aprire le porte dell’istituzione, nonostante il rischio che questo potrebbe comportare. La Scuola dei Mestieri Don Bosco propone ai suoi allievi anche uno spazio di ascolto, nel quale è stata più volte sollevata la necessità per il quartiere di avere maggiori opportunità di lavoro, trasporti, rispetto, e attività ricreative nelle piazze e, al contrario, meno droga.

Dopo i fatti di violenza che hanno avuto luogo nel quartiere, la popolazione locale spontaneamente ha scritto uno striscione: “Ringraziamo gli insegnanti che vengono e proseguono con le lezioni, consapevoli dei rischi che corrono”.

Nonostante i problemi dell’insicurezza e il fatto che i servizi essenziali come i trasporti, la sanità e l’educazione non siano stati ripristinati nella zona, il Movimento Tacurú continua a lavorare e nell’Incontro dei Centri Giovanili realizzato il 4 giugno scorso ha cercato di “Scoprire il buono di ciascun Centro Giovanile come luogo di incontro”.

InfoANS

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