Myanmar – Restare al fianco dell’amato popolo birmano

30 Aprile 2021

(ANS – Yangon) – Dopo tre mesi di lotta della gente del Myanmar per la pace, la democrazia e un futuro dignitoso dopo il Colpo di Stato militare, molti potrebbero aver già dimenticato la loro causa. Ma un efficace movimento internazionale di solidarietà è in corso.

E questo è vero anche se i leader dei 10 Paesi che formano l’Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico (ASEAN, in inglese) non sono riusciti a trovare un accordo per un fattibile sostegno, e nonostante la comunità internazionale e altri Paesi asiatici mostrino solo timidi segnali di supporto, a livello concreto, nei confronti di questa nazione. Il numero delle vittime, intanto, al 29 aprile 2021, è salito a 759 civili e il numero delle persone imprigionate dalla giunta militare è di oltre 3.461 (Dati della Associazione di Assistenza ai Prigionieri Politici in Myanmar).

Nel frattempo, il Nuovo Governo di Unità Nazionale (NUG) è sempre più organizzato e visibile, sia in Myanmar, sia all’estero, mentre la risposta dei militari continua e i sostenitori del Movimento di Disobbedienza Civile (CDM) è stato rilanciato con entusiasmo – in una nuova ondata di proteste contro la giunta militare e il suo golpe. Chiedono alla gente di smettere di pagare l’elettricità, i prestiti per l’agricoltura, di smettere di mandare i figli a scuola. Una nuova campagna che colpirà ulteriormente l’economia nazionale, già indebolita dagli scioperi della disobbedienza civile.

L’appello rivolto dalla Famiglia Salesiana dell’Asia Est-Oceania a sostenere i poveri di questo Paese, in particolare la raccolta di fondi avviata in Corea del Sud e Thailandia, sta portando alcuni frutti importanti. L’Associazione dei Superiori Maggiori della Thailandia, insieme al Vescovo di Chang Mai, mons. Francis Vira, ha lanciato un aiuto concreto, con un impegno reale, in favore dei rifugiati di etnia Karen che attraversano il confine tra Myanmar e Thailandia (MaeHeongSon).

Dai salesiani del Myanmar si apprende che... “Stiamo bene. Gli scontri sono ancora in corso e proprio ieri sera (26 aprile, NdR), verso le 22, ce n’è stato uno sulla strada di fronte alla nostra comunità, ma nessuno di noi è stato ferito. Sembra che i militari cercassero alcuni attivisti...”. In un’altra comunità salesiana, dotata di convitto, i salesiani hanno riavviato l’adorazione eucaristica quotidiana insieme gli allievi internisti.

Si tratta di una lotta a lungo termine. Nell’impossibilità di visitare e sostenere i membri della Famiglia Salesiana in Myanmar, è possibile però dire: “Siamo al vostro fianco, amato popolo del Myanmar e le nostre preghiere e la nostra solidarietà continuano!”.

In queste settimane che precedono la festa di Maria Ausiliatrice, questa è una speciale intenzione di preghiera!

Fonte: AustraLasia

InfoANS

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