Misericordiosi come il Padre: essere presenti in mezzo a questa “geografia del dolore”
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20 Settembre 2016

In questi giorni si sta svolgendo ad Assisi la Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace, un momento speciale in cui la Chiesa chiede a Dio il dono della pace, a tutti i livelli e contesti: la pace nelle nostre famiglie, nella società e la pace soprattutto nelle zone di conflitto e di violenza.

Molte delle nostre case salesiane sono nel mezzo di questa “geografia del dolore”, come la definisce il Rettor Maggiore; luoghi dove la violenza è andata crescendo in tutte le sue forme, considerata come l’unica via per esprimere il nostro malcontento e le frustrazioni verso una società sempre meno giusta.

Davanti a questo complesso panorama di violenza e di ingiustizia, rispondiamo con un appello che nasce spontaneamente dal profondo del nostro cuore e che mira a costituire una società più giusta e tollerante.

Questo profondo desiderio si chiama "Misericordia". Ed è Papa Francesco che osserva la sua profonda forza trasformatrice: "misericordia per sanare le relazioni lacerate e riportare la pace e l’armonia tra le famiglie e nelle comunità” e tra le nostre nazioni. Noi e le nostre comunità siamo chiamati ad essere “fari di misericordia” nel mezzo di una società malata di paura e di dolore per le tante offese ed ingiustizie.

La misericordia è accompagnata dal coraggio di andare oltre la nostra logica e di mettere la carità al centro dei nostri rapporti umani, così da superare la paura che ci trattiene e ci chiude nei nostri pregiudizi e categorie, spesso costruiti su percezioni e idee false.

L’invito del Rettor Maggiore è quello di farci partecipi delle richieste dei giovani, che cercano di realizzare una società più giusta a partire dalla costruzione di comunità in cui i rapporti umani e lavorativi si vivano nella cifra della misericordia. Si tratta di un chiaro invito a valutare lo stile delle nostre relazioni e i nostri obiettivi, non solo in termini di efficienza e prestazioni; cioè misurare quanto le nostre opere siano riconosciute come spazi di servizio e luoghi di relazioni positive e costruttive.

La via da percorrere ce l’ha già indicata il Signore Gesù, quando ci ha invitato ad andare al di là di quello che sembra umanamente possibile: amare non solo chi ci ama, ma soprattutto chi si avvicina a noi come un nemico; aperti al dialogo come unica via per conoscerci e comprenderci e allo stesso tempo lontani da ogni forma di violenza, discriminazione delle persone e di ingiustizia.

Una presenza salesiana deve essere "faro di misericordia" in ogni città in cui i giovani possono guardare e trovare i valori che sognano di vivere, e che sono possibili da raggiungere e da difendere.

InfoANS

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