Sri Lanka – "La mia vita missionaria è un dono di Dio"

19 Dicembre 2017

(ANS – Kotadeniyawa) – La testimonianza missionaria è sorgente di nuove vocazioni missionarie. È questa l’esperienza di molti Salesiani. Ed è questa l’esperienza anche di Faustin Bahati, salesiano missionario congolese in Sri Lanka: “sono un salesiano originario dell’Ispettoria dell’Africa Centrale (AFC) in Congo. Quando ero studente alla scuola salesiana avevo letto la storia dei primi missionari salesiani in Congo. Le loro testimonianze missionarie mi hanno attirato molto perché hanno contribuito all’Evangelizzazione e alla vita sociale del mio popolo. Mi sono sentito ispirato e ho cominciato a discernere personalmente la vocazione missionaria”.

Ho scoperto in me la chiamata alla vita salesiana e, durante il mio noviziato, ho espresso il mio desiderio di essere missionario “ad gentes, ad vitam”. Dopo essere stato accompagnato dalla mia guida spirituale durante i miei tre anni di Filosofia, ho scritto al Rettor Maggiore per esprimere la mia disponibilità per la missione. Il tema missionario di quest'anno è diventato la mia preghiera quotidiana: “Signore, manda me”. Ringrazio il Signore per avermi chiamato alla 146° spedizione Missionaria (2015) e di essere oggi missionario in Sri Lanka.

La Repubblica Democratica del Congo è un paese vasto e la presenza salesiana non è ovunque; molti altri luoghi del paese hanno ancora bisogno dei missionari salesiani “ad intra”. Così nasce la domanda “perché, dunque, diventare un missionario straniero?”. La Congregazione salesiana è missionaria e offre la possibilità di essere missionario nel proprio paese o all’estero, perché apparteniamo a un grande mondo salesiano. Ho sentito la gioia di condividere la mia vita cristiana e salesiana con gli altri, ovunque il Signore mi avrebbe inviato.

Come missionario in Sri Lanka ho fatto il tirocinio nella comunità dei confratelli studenti di Filosofia. Sento una grande gioia, ogni volta che andiamo a incontrare, la domenica, i giovani nella nostra cappella, in un villaggio quasi completamente buddhista. Che bello vedere i genitori buddhisti accompagnare i loro figli all’oratorio. Educhiamo i bambini e i giovani in una maniera salesiana e insegniamo un po’ di Inglese. Sono felice di darmi a questo apostolato missionario e mi sento ben accolto; gli abitanti dello Sri Lanka sono noti per il loro sorriso autentico: è davvero un oratorio della gioia, nonostante la loro povertà materiale.

Vengo da una cultura molto diversa da questa: il cibo quotidiano a base di riso e di peperoncino; diverse lingue locali; piedi nudi in chiesa (tempio, casa) … Sono piccole sfide che supererò gradualmente per l’apprendimento e l'apprezzamento di questa nuova cultura. Il corso missionario a Roma ci ha preparato alla pazienza quando sperimentiamo uno ‘shock culturale’. La preghiera mi aiuta a superare alcune sfide personali.

Ai giovani salesiani che hanno intenzione di diventare missionari “ad gentes” mi sento di dire che dobbiamo sempre ricordare che la vocazione missionaria è un dono di Dio che vuole che noi continuiamo la sua missione in tutto il mondo. Quando ci sentiamo chiamati alla vita missionaria, diamo una risposta immediata e positiva, perché è l’iniziativa che Dio ci invia.

InfoANS

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